Dal libro al film – Dieci piccoli indiani

Salve lettori! 🙂

Oggi vi parlo di una miniserie che ho visto ieri pomeriggio, tre episodi da un’ora che mi sono piaciuti tantissimo!

Dal libro al film

Mi riferisco a And then there were none, la miniserie realizzata dalla BBC nel 2015 basata sul celebre giallo di Agatha Christie Dieci piccoli indiani.

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La serie è recente (gli episodi sono stati trasmessi nel dicembre 2015), per cui in italiano è inedita, ma potete trovarla con i sottotitoli. Ecco il trailer, che sono riuscita a trovare solo in inglese:

La trama è come quella del libro:

Dieci persone estranee l’una all’altra sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l’invito. E ora sono lì su quell’isola che sorge dal mare simile a una gigantesca testa che fa rabbrividire soltanto a vederla. Non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli; hanno trovato invece una poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto della loro camera. E una voce inumana e penetrante che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l’inizio di un interminabile incubo.

Nonostante avessi letto il libro da poco (qui la mia recensione), la serie è stata in grado di affascinarmi in tutto e per tutto, sorprendendomi anche in alcuni punti.

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Lasciatemi subito dire che l’ambientazione e le musiche mi sono piaciute da morire, sono perfette per la storia: entrambe da brivido, creano un’atmosfera thriller perfetta. Spesso ci sono corvi che sorvolano l’isola, che è completamente deserta se non fosse per la maestosa villa, ostentatamente ricca e sfarzosa, in cui vengono accolti gli ospiti.

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Le musiche, poi, rendono bene il tono cupo che attraversa costantemente tutti gli episodi, in cui non poteva mancare la macabra filastrocca da cui prende il titolo il libro:

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Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione, solo nove ne restar.
Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato, otto soli ne restar.
Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar.
Sette poveri negretti legna andarono a spaccar:
un di lor s’infranse a mezzo, e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar:
uno un granchio se lo prende, e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti allo zoo vollero andar:
uno l’orso ne abbrancò, e due soli ne restar.
I due poveri negretti stanno al sole per un po’:
un si fuse come cera e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò:
ad un pino s’impiccò, e nessuno ne restò.

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Per quanto riguarda gli attori, sono stati anch’essi perfetti. Fin dall’inizio appariva chiaramente che ognuno di loro avesse qualcosa da nascondere, che non fossero le brave persone che mostravano di essere. Anche se, a mio parere, quelli dall’aspetto più inquietante sono i domestici 😀

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Se nel libro i personaggi mi stavano tutti chiaramente antipatici, a parte le uscite sarcastiche di Emily Brent, nel film mi è piaciuto particolarmente (sappiate che questo è un eufemismo vero e proprio) uno di loro: Philip Lombard, interpretato da un fighissimo e sexissimo Aidan Turner.

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La sua interpretazione è una di quelle che più mi è piaciuta, anche se come ho detto prima, tutti gli attori hanno tenuto fede al loro personaggio, rappresentandolo al meglio con le proprie paranoie e il proprio carattere. Man mano che la storia prosegue, tra i sopravvissuti aleggia un chiaro senso di insicurezza, le proprie certezze iniziano a crollare, la maschera che ognuno di loro ostenta si spezza, e aumenta il senso di diffidenza nei confronti di tutti gli altri. I personaggi che più mostrano i segni di questa evoluzione sono stati sicuramente Vera Claythorne (Maeve Dermody)

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e il dottor Edward Armstrong (Toby Stephens).

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Le differenze tra il libro e la miniserie sono state minime, e si concentrano soprattutto nell’ultimo episodio: si tratta però di differenze o aggiunte che non stonano nella storia, anzi, la rendono probabilmente più adatta ad un adattamento televisivo rispetto al libro, e che quindi ho apprezzato molto.

Consiglio la miniserie a tutti, anche a chi non ha letto il libro: è davvero appassionante e si finisce in poche ore (una bella domenica pomeriggio per quanto mi riguarda 😀 ).

Concludo così, per lasciarvi senza parole:

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Voi l’avete visto? Avete letto il libro? Cosa ne pensate?

Vi aspetto nei commenti! 🙂

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