Recensione – “Assassinio sull’Orient Express”, Agatha Christie

Assassinio sull’Orient Express, Agatha Christie

Trama: 

L’imparagonabile Hercule Poirot è in viaggio sul Simplon Orient-Express, che è fermo, bloccato dalla neve, e per evitare le complicazioni e le intrusioni della polizia ufficiale risolve, ancora una volta, un sensazionale caso di assassinio.

Anno di pubblicazione: 1934 (1935 in Italia)

Genere: Giallo poliziesco

Casa editrice: Oscar Mondadori

Serie: Hercule Poirot

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Recensione:

Assassinio sull’Orient Express è il mio secondo libro di Agatha Christie, e sicuramente passa la mia recensione a pieni voti.

La storia inizia subito con un’atmosfera un po’ cupa, un’atmosfera che lascia presagire che presto succederà qualcosa di terribile: un assassinio, appunto. Il viaggio sull’Orient Express viene infatti interrotto non solo a causa della neve, che costringe i viaggiatori ad una lunga pausa in Jugoslavia, ma anche dall’assassinio del signor Ratchett. A indagare sarà il geniale Hercule Poirot, insieme all’amico Bouc e al dottor Constantine.

Un aspetto che mi ha particolarmente colpita fin dall’inizio del libro è l’attenzione per i dettagli. Ovviamente, sono sempre i dettagli a fare la differenza in un giallo, ma qui questa dimensione salta proprio all’occhio. Ciò non riguarda solo i particolari che emergono durante l’indagine e che aiutano Poirot a risolvere il caso di omicidio, ma anche le persone stesse, i protagonisti della storia. Si nota infatti una descrizione molto accurata dei personaggi che saranno i viaggiatori della vettura Istanbul-Calais dell’Orient Express, cioè la vettura in cui Ratchett verrà trovato morto, ucciso da diverse pugnalate in una camera chiusa dall’interno. I viaggiatori e Ratchett stesso vengono descritti sia fisicamente che psicologicamente, attraverso soprattutto la loro nazionalità e il loro rango sociale. Emergono anche quelli che poi possono sembrare inutili e superficiali pregiudizi, ma che nella storia assumono un ruolo logico e ben preciso.

Ho poi davvero ammirato il modo di lavorare di Poirot. L’investigatore si ritrova a dover risolvere un caso di omicidio basandosi solo su pochi indizi e dati di fatto e sulle deposizioni dei vari viaggiatori: il suo sarà un lavoro di logica e psicologia molto accurato, un metodo che ho trovato estremamente intrigante e interessante! La sua attenzione per i dettagli, soprattutto nel notare ciò che gli altri non vedono, è davvero geniale ed esemplare.

La risoluzione del mistero è una vera sorpresa: seguire tutti i ragionamenti di Poirot porta il lettore direttamente sul treno insieme a lui, cercando di scovare l’assassino. Il finale della storia mi è piaciuto davvero tanto e non è per nulla scontato. Il caso, inoltre, offre diversi spunti di riflessione morale.

Consiglio la lettura di Assassinio sull’Orient Express a chi, come me, non legge spesso questo genere e ne è incuriosito: questa storia saprà sicuramente coinvolgervi ed affascinarvi!

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