Recensione – “Dieci piccoli indiani”, Agatha Christie

Dieci piccoli indiani, Agatha Christie

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Trama:

Dieci persone estranee l’una all’altra sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l’invito. E ora sono lì su quell’isola che sorge dal mare simile a una gigantesca testa che fa rabbrividire soltanto a vederla. Non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli; hanno trovato invece una poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto della loro camera. E una voce inumana e penetrante che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l’inizio di un interminabile incubo.

Anno di pubblicazione: 1939 (1946 in Italia)

Genere: Giallo

Casa editrice: Oscar Mondadori

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Recensione:

Non avevo mai letto nulla della Christie, anche perché il giallo non è proprio il mio genere preferito. Questo, però, è sicuramente geniale, e non a caso è considerato il capolavoro della Christie.

L’idea di dieci persone estranee che si ritrovano su un’isola, isolati dal mondo, invitati da un misterioso padrone di casa, è affascinante. Tutti i personaggi accettano lo strano invito a recarsi sull’isola, ma nessuno di loro pensa neanche lontanamente che questo potrebbe trasformarsi in un vero incubo: quando la prima sera gli ospiti si trovano tutti insieme a cena, una voce inquietante accusa tutti, e anche in modo molto chiaro, con date, nomi e cognomi, di aver compiuto degli omicidi.

Inizialmente gli ospiti negano tutti le proprie colpe, ma grazie ai loro pensieri si scopre che non è proprio così, e tutti loro dovranno fare i conti con il proprio passato.

Forse ciò che mi ha più affascinato è stata la serie di delitti abbinata alla vecchia filastrocca che parla di dieci piccoli indiani, che, inserita all’inizio del romanzo, fa intuire chiaramente che i dieci personaggi moriranno tutti secondo quello che descrive la poesia, in una prospettiva sempre più inquietante. Nessuno può fidarsi di nessuno, tutti sospettano di tutti: l’unica sicurezza rimasta è la morte, ma non si sa esattamente né quando né in che modo arriverà. La fine, la risoluzione di tutto, non è affatto scontata, e il lettore più volte nel corso dell’opera si trova a dover dirottare i suoi sospetti su un altro dei personaggi.

Un’altra nota positiva del romanzo è poi lo stile della Christie, dal sapore inevitabilmente antico: questo, però, non disturba la lettura, anzi, gli conferisce un fascino ancor più particolare.

Consiglio Dieci piccoli indiani agli amanti del genere e non: il capolavoro della Christie è davvero geniale e meriterebbe di essere letto da tutti!

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4 Risposte a “Recensione – “Dieci piccoli indiani”, Agatha Christie”

    1. Ciao! Per me era il primo libro ma penso che ne leggerò sicuramente altri! Comunque non ho un banner, sono una blogger da poco e ancora non sono pratica di queste cose 😀 Ma grazie davvero! 🙂

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