Recensione – “La corte di nebbia e furia”, Sarah J. Maas

La corte di nebbia e furia, Sarah J.Maas

Trama:

Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l’eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l’arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto – secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte – è per lei quasi un sollievo.
Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

Anno di pubblicazione: 2016 (2019 in Italia)

Genere: Fantasy – Romance

Casa editrice: Mondadori

Serie: La corte di rose e spine #2 (A Court of Thorns and Roses)

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Recensione:

ATTENZIONE: SPOILER per chi non ha letto il volume precedente (qui la recensione)

Vi avviso: non sarò lucida in questa recensione, non credo di riuscirci.

Sicuramente, se già il primo volume, La corte di rose e spine (qui la recensione), mi era piaciuto molto, questo l’ho davvero amato. In tutto, ogni pagina. Emozione dopo emozione. E poi in questo libro ho trovato un altro fidanzato letterario, perché era dai tempi di Four in Divergent che non prendevo una cotta così, e se avete letto la mia recensione de La corte di rose e spine potreste avere un’idea di chi sto parlando… Ma andiamo con ordine.

La storia riprende da dove si era interrotta: Feyre ha sconfitto Amarantha ed è tornata alla Corte di Primavera con il suo promesso sposo Tamlin, il quale cerca un modo per interrompere l’accordo che Feyre ha stretto con Rhysand, il Signore Supremo della Corte della Notte, quando si trovavano nel Regno Sotto La Montagna e il patto con Rhys era l’unica cosa che potesse salvarla. Ma se in apparenza le cose vanno alla grande, in realtà non è assolutamente così: Feyre è distrutta, ciò che ha dovuto fare per salvare se stessa e soprattutto Tamlin da Amarantha nel Regno Sotto La Montagna l’ha annientata. Feyre si risveglia con gli incubi ogni notte; Tamlin, dal canto suo, è ancora molto scosso perché Feyre ha rischiato di morire per salvare lui e tutti gli abitanti della Corte di Primavera e di Prythian in generale. Anzi, Feyre ha pagato ciò che ha fatto con la vita, perché ora è anche lei una Fae, grazie ai Signori Supremi di tutte le Corti che l’hanno salvata. Tamlin, quindi, ha un unico obiettivo: proteggere la sua amata. Romantico, no?

Allora perché Feyre si sente soffocare? Perché si sente in gabbia, prigioniera della Corte di Primavera e del suo amato? La situazione precipita, Feyre si sente sempre più in colpa, a pezzi, sopraffatta, finché a salvarla inaspettatamente arriva Rhysand, che dopo qualche mese compare all’improvviso alla Corte di Primavera per reclamare il suo patto: Feyre starà alla Corte della Notte per una settimana al mese.

Ne La corte di nebbia e furia troviamo una Feyre decisamente diversa. O meglio, qui la sua vera personalità emerge, esplode, non riesce più a non fare rumore: la Feyre Fae è libera, indipendente e forte, grazie anche ai suoi nuovi poteri. Non è più la stessa ragazza che un anno prima era arrivata alla Corte di Primavera per sdebitarsi dell’omicidio di un Fae; non ha bisogno di protezione, lei ha bisogno di agire, di essere alla pari. E forse non è più la stessa ragazza che si era innamorata di Tamlin. La Feyre di questo libro mi è piaciuta ancora di più che nel primo, perché più consapevole della sua vita, dei suoi sentimenti, dei suoi sensi di colpa ma anche di ciò che merita. Divisa tra Tamlin e Rhysand, Feyre dovrà prima capire chi è lei stessa, cosa voglia dire essere una Fae e avere l’eternità davanti a sé.

Tamlin, d’altro canto, non si può biasimare, anche se fino a un certo punto (in alcuni momenti avrei davvero voluto prenderlo a pugni, ma seriamente): ha visto la sua amata rischiare tutto, annullarsi e rischiare la vita per salvare lui e la sua corte, e ciò gli ha annebbiato la mente. Quello che però Tamlin forse non ha considerato è che gli avvenimenti che l’hanno vista protagonista hanno totalmente cambiato Feyre, per sempre, ed è qualcosa che lui non sempre riesce a gestire.

Ma il personaggio migliore è lui, il Signore Supremo della Corte della Notte, Rhys! Cosa dire? È perfetto, assolutamente perfetto. Non so se voglio dire altro su di lui perché credo che finirei per fare spoiler, come ho detto, non sono molto lucida e imparziale, ovviamente a causa sua. Se ne La corte di rose e spine abbiamo visto poco Rhys, qui abbiamo modo di conoscerlo meglio e di capire che non è quello che sembra. Grazie alle visite di Feyre alla Corte della Notte, scopriamo molte cose sulla vita presente e passata di Rhys, che ci fanno capire che non è lo stronzo arrogante e presuntuoso che abbiamo visto nel Regno Sotto La Montagna (almeno, non solo!). E comunque, Rhys, quando passi ti cucino una bella zuppa anche io! (voi che avete letto, capitemi! …sì, lo so, perdo tutta la mia dignità quando si tratta di lui.)

Ci sono alcuni personaggi che già conosciamo, quindi, ma anche tanti personaggi nuovi in questo secondo libro della saga: Mor, Azriel, Cassian, Amren, li ho amati tutti, uno così diverso dall’altro eppure complementari. E ho amato anche le nuove ambientazioni, in particolare Velaris ha conquistato il mio cuore, così come la festa di Cadistella (quella probabilmente ha conquistato anche il cuore di Feyre…)

La storia è piena di colpi di scena, alcuni intuibili, altri invece totalmente inaspettati. In particolare, i capitoli finali sono davvero da cardiopalma, e si arriva all’ultima pagina con un solo pensiero in testa: leggere il libro successivo!

Non mi resta che consigliarvi questa meravigliosa storia che mi ha rapita, che non vedo l’ora di continuare ma che non voglio nemmeno finire: so già che mi mancheranno tanto questi personaggi che mi sono entrati nel cuore.

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