Recensione – “La ragazza nell’ombra”, Lucinda Riley

La ragazza nell’ombra, Lucinda Riley

ATTENZIONE – POSSIBILI SPOILER per chi non ha letto il primo volume!

Trama:

Silenziosa ed enigmatica, appassionata di letteratura e cucina, Star è la terza delle sei figlie adottive del magnate Pa’ Salt e vive da sempre nell’ombra dell’esuberante sorella CeCe. Fin da piccole le due sono inseparabili: hanno un linguaggio segreto che comprendono solo loro e hanno passato gli ultimi anni viaggiando per il mondo, guidate dallo spirito indomito di CeCe, di cui Star è abituata ad assecondare ogni desiderio. Ma adesso, a solo due settimane dalla morte del padre, CeCe decide che per entrambe è arrivato il momento di fissare un punto fermo nelle loro vite e mostra a Star il magnifico appartamento sulle rive del Tamigi che ha intenzione di comprare per loro. Per la prima volta nella sia vita, però, Star sente che qualcosa in lei è cambiato: quel rapporto quasi simbiotico sta rischiando di soffocarla. È ora di trovare finalmente la propria strada, cominciando dagli indizi che Pa’ Salt le ha lasciato per metterla sulle tracce delle sue vere origini: una statuetta che raffigura un gatto nero, il nome di una donna misteriosa vissuta quasi cent’anni prima e il biglietto da visita di un libraio londinese. Ma cosa troverà tra i volumi polverosi di quella vecchia libreria antiquaria? E dove vuole condurla realmente Pa’ Salt?

Anno di pubblicazione: 2016 (2017 in Italia)

Genere: Romanzo

Casa editrice: Giunti

Serie: The Seven Sisters #3

Per acquistare una copia del libro su Amazon, CLICCA QUI.

 

Recensione:

Dopo Maia (Le Sette Sorelle, qui la mia recensione) e Ally (Ally nella tempesta, qui la mia recensione), conosciamo in La ragazza nell’ombra Star, la terza delle figlie adottive di Pa’ Salt. Già nei libri precedenti, quando la intravedevo, Star mi aveva parecchio incuriosita, e infatti non vedevo l’ora di leggere la sua storia; ora posso dire che sicuramente la sua storia rimarrà, insieme a quella di Maia, una delle mie preferite, probabilmente perché mi sono ritrovata in molte delle caratteristiche di Star (come in quelle di Maia).

Star è una ragazza molto buona e timida, che preferisce scrivere piuttosto che parlare; infatti, fin da piccola, a parlare per lei c’è stata sua sorella CeCe, quella alla quale è più legata e con la quale ha sviluppato un legame molto stretto, al punto da diventare inseparabili e inventarsi un linguaggio tutto loro, lasciando fuori il resto del mondo. Le due vivono insieme a Londra, dove, dopo anni e anni di viaggi intorno al mondo, hanno scelto di stabilirsi. Qui CeCe frequenta il college, mentre Star si dedica ad un corso di cucina; CeCe, inoltre, ha comprato una nuova casa in cui, come sempre, vivranno insieme. Dopo la morte del suo adorato padre, però, Star sente che qualcosa in lei è cambiato: nonostante le voglia molto bene e per questo si senta un po’ in colpa nei confronti della sorella, il suo legame con CeCe inizia quasi a soffocarla e opprimerla. Star inizia a pensare, infatti, se non sia il caso di prendere ognuna la propria strada, indipendente l’una dall’altra, ed è così che si convince a seguire gli indizi che Pa’ Salt le ha lasciato perché lei potesse cercare le sue vere origini. Armata di un nome ed una statuetta che rappresenta un gatto, Star si presenta alla Arthur Morston Books, libreria nella quale dovrebbe trovare una certa Flora MacNichol a illuminarla sul suo passato. Il problema, però, è che Orlando, lo strano ma simpatico proprietario della libreria, informa Star che la donna che sta cercando è vissuta ben cento anni prima.

La storia, ancora una volta, si intreccia tra passato e presente, come è tipico delle storie di Lucinda Riley. Probabilmente, questo è uno degli aspetti che amo di più delle sue storie, perché gli eventi del passato sono sempre affascinanti da seguire ed evocano personaggi, tradizioni, ambientazioni di un’altra epoca di cui è sempre meraviglioso leggere. Non so dire se mi abbia appassionata di più la storia di Star o quella di Flora; di certo, sono due donne con storie molto particolari e diverse alle spalle. Flora ci riporta nell’Inghilterra edoardiana, di fine Ottocento e inizio Novecento, attraversando anche il periodo delle due guerre. Flora è una donna forte, fiera, indipendente, emancipata, a dispetto dell’epoca in cui ha vissuto; non le importa rimanere sola, l’amore non è la sua priorità quanto lo è la libertà di essere se stessa, con il suo amore per la campagna, per la natura, per gli animali, per la pittura. Il debutto in società per poter trovare marito non è decisamente uno dei suoi obiettivi, ma scoprirà che non ci si può opporre all’amore, quando lo si incontra. La sua vita mi ha molto commossa, fatta di inganni, segreti, rivelazioni che le hanno sconvolto in diversi modi l’esistenza , che non è sempre stata felice e semplice. D’altra parte, Star è una ragazza chiusa in se stessa, che ha paura di deludere gli altri, che anzi ama prendersi cura degli altri, ma che sente la profonda necessità di trovare il suo posto nel mondo, di trovare davvero se stessa. Star è sensibile e ama i libri, e grazie a queste due qualità riesce ad instaurare un sincero e affettuoso rapporto di amicizia con Orlando, un ragazzo che invece in tanti non riescono a comprendere. La sua sensibilità e i suoi modi gentili conquistano anche tutta la strana famiglia di Orlando: sua cugina Marguerite, suo nipote Rory e suo fratello Mouse. Spesso, infatti, Star li raggiunge a High Weald per poter dare una mano con il piccolo Rory in assenza di Marguerite, ed è così che si innamora della meravigliosa tenuta immersa nella campagna inglese.

Star, infatti, condivide con Flora l’amore per High Weald, e io con loro. Si tratta di un’ambientazione che davvero sembra far rivivere un’epoca ormai passata, ma in qualche modo ancora presente e in grado di influenzare le vite di chi la abita. In realtà, nella storia, sono molte le ambientazioni che mi hanno colpito: High Weald, ma anche la libreria Arthur Morston Books (vi prego abbandonatemi lì dentro), le zone del Lake District in cui viveva Flora, e molto altro.

Oltre alle ambientazioni, mi sono piaciuti molto anche i personaggi di questo libro, oltre a Star e Flora. Archie Vaughan, direttamente dal passato di Flora, è un personaggio del quale non mi sono fidata molto all’inizio; non è sempre stato sincero e limpido nelle sue decisioni, ma ha saputo assumersi la responsabilità delle sue azioni, scoprendo un lato dolce e premuroso di sé. La signora Keppel, la donna che prende Flora sotto la sua ala protettrice e la inizia alla impegnativa vita nella società inglese dell’epoca, mi è stata simpatica fin dall’inizio, nonostante anche lei abbia i suoi difetti e i suoi segreti che però non possono che renderla umana e fragile, come tutti, agli occhi del lettore. Per quanto riguarda la vita di Star, invece, sono tre i personaggi che mi sono piaciuti. Il primo, ovviamente è Orlando: come non affezionarsi a un ragazzo che ama i libri più di qualsiasi altra cosa, che considera la sua libreria casa sua e che parla e si comporta secondo gli usi e i costumi di un’altra epoca? Rory, invece, il nipote di Orlando, è un bambino dolcissimo e intelligente: Star si affeziona subito a lui, e lui a lei. Infine, devo parlare di Mouse: Mouse l’antipatico, lo scontroso, il pragmatico, quello chiuso in se stesso, quello che si tiene a distanza, quello senza molti giri di parole; Mouse che, non ho potuto farci niente, mi ha subito incuriosito, e ho avuto le mie buone ragioni. In realtà, leggendo il libro, sembra che tutti i personaggi nascondano qualcosa!

Infine, parlando di libri e librerie, nella storia ci sono molti riferimenti letterari e ho apprezzato tanto la presenza di Beatrix Potter e la sua positività, la sua amicizia con Flora.

Concludo consigliando La ragazza nell’ombra agli amanti di questa meravigliosa scrittrice e delle sue storie; in particolare, qui si parla di donne forti, indipendenti, che hanno voglia di riscattarsi, ma che sono anche molto sensibili e fragili, come tutti noi di fronte all’amore.

Comments

comments