Recensione – “La rivelazione”, James Dashner

La rivelazione, James Dashner

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Trama:

Thomas sa di non potersi fidare delle menti malvagie che fanno parte della C.A.T.T.I.V.O., l’organizzazione che continua a tenere sotto scacco lui e gli altri Radurai, i sopravvissuti al Labirinto. Il tempo delle menzogne è finito, gli ripetono, i loro ricordi sono stati ripristinati e le tremende prove cui sono stati sottoposti sono terminate. Sostengono di aver raccolto tutti i dati di cui avevano bisogno, ma di dover fare ancora affidamento su di loro per un’ultima missione: tocca ai Radurai trovare una cura per l’Eruzione, lo spietato morbo che conduce alla follia. Ma accade qualcosa che nessuno degli uomini della C.A.T.T.I.V.O. poteva prevedere: i ricordi di Thomas spingono molto più lontano di quanto possano anche solo sospettare, fino alla verità. Il ragazzo adesso ha la conferma: non può credere a una sola parola di quello che dicono. E i suoi ricordi gli rivelano che dovrà fare molta attenzione, se vuole sopravvivere, perché la verità è più pericolosa della menzogna.

Anno di pubblicazione: 2011 (2014 in Italia)

Genere: Distopico

Casa editrice: Fanucci

Serie: The Maze Runner #3

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Recensione:

ATTENZIONE: la recensione potrebbe contenere spoiler dei volumi precedenti, di cui potete trovare le recensioni qui.

E’ sempre triste leggere la fine di una storia a cui si è ormai affezionati, e per me in questo caso è stato così, ma sono comunque soddisfatta di come il tutto si è concluso.

Le prove che la C.A.T.T.I.V.O. ha preparato per i Radurai sopravvissuti continuano ad essere crudeli, spietate, tanto che i ragazzi cominciano a pensare che queste potrebbero non finire mai. La sensazione di sentirsi usati, sfruttati a scopi scientifici aumenta sempre di più, mentre la promessa cura per l’Eruzione sembra impossibile da raggiungere. Ciononostante, alla fine delle prove, i ragazzi si troveranno davanti a scoperte ancora più sconcertanti, e una nuova fuga sembra l’unica possibilità. Thomas, Newt, Minho, Brenda e Jorge sono sempre più convinti della malvagità della C.A.T.T.I.V.O., ma a Denver la vita per loro non sarà certo facile. Gli Spaccati sembrano essere ormai in numero nettamente superiore agli immuni, e i ragazzi stessi dovranno fare i conti con questa realtà. Ad attanagliare i protagonisti, ancora una volta, ci sono molte domande: è ancora possibile vivere in un mondo del genere? E’ davvero possibile trovare una cura per l’Eruzione? Perché la C.A.T.T.I.V.O. è decisa a non lasciarli andare? Di chi potranno fidarsi veramente? L’ultimo libro della trilogia avrà le risposte a tutti gli interrogativi.

Lo stile dell’autore è sempre limpido e coinvolgente, nonostante la prima parte del libro sia stata a mio parere un po’ monotona: i fatti si svolgono lentamente e sembra che non ci siano ulteriori significativi svolgimenti. Poi però si passa alla vera azione e qui tutto si sussegue velocemente, gli eventi precipitano e il lettore non può che essere catapultato nella lotta per la vita al fianco dei Radurai.

L’evoluzione di alcuni dei personaggi mi è piaciuta molto. I ragazzi sono costretti a crescere in fretta, a fare decisioni molto importanti, a proteggersi a vicenda. La forza di Thomas, nonostante la paura, sarà sempre maggiore, determinato a restare con quelli che considera i suoi veri amici e a proteggerli a qualunque costo. Teresa ancora una volta sarà piena di sorprese e risvolti inaspettati, così come Brenda e Jorge. E infine Minho e Newt, gli altri due grandi protagonisti: impossibile non amarli e non vivere con loro quest’avventura.

Le descrizioni degli scenari a dir poco apocalittici mi ha molto colpita per la realtà che Dashner ha saputo trasmettere, le immagini sono sempre molto vivide, soprattutto per quanto riguarda la fine.

Come dicevo, quindi, sono soddisfatta di come si è conclusa questa trilogia. Se dovessi riassumerla, vi direi che è inquietante e apocalittica, ma sicuramente bellissima e particolare.

 


!!ATTENZIONE: SPOILER!!

Ho deciso di inserire questa parte spoiler per poter parlare liberamente con chi di voi ha letto tutta la trilogia. Quindi, siete avvisati.. Non leggete se non volete rovinarvi la storia.. comunque sia siete avvisati! 😀

In realtà mi aspettavo di peggio per quanto riguarda le morti e le catastrofi in questo libro, ma quelle poche che ci sono state sono comunque dolorose.

Prima di parlare delle morti, però, lasciatemi dire quanto ho adorato la scene finali con il ritorno nel Labirinto! Ho avuto la stessa sensazione di Thomas e degli altri Radurai: hanno odiato quel posto, hanno cercato per così tanto tempo di uscire da lì, dopo le vicende terribili che avevano vissuto, ma ritrovarsi nuovamente in quel posto è stato un po come tornare a casa. E’ proprio vero che lì la vita era più facile, soprattutto rispetto a tutto ciò che i ragazzi hanno vissuto uscendo da quel luogo: in confronto, il Labirinto era un posto idilliaco. Quindi, veder crollare il Labirinto un po’ mi è dispiaciuto 🙁 Comunque sia sono stati dei capitoli bellissimi e pieni di ansia 😀

Ma passiamo alle morti, due soprattutto: Teresa e Newt.

Ah, non so quante volte ho temuto per la vita di Minho.. E’ sempre così impulsivo e non sa mai quanto stare zitto che mi sembra strano sia sopravvissuto, ma sono contentissima ♥

Dunque, Teresa. Che dire.. Non mi era mai stata tanto simpatica, ma vederla sacrificare la sua stessa vita per salvare Thomas è stato emozionante: era l’unico modo che avesse per dimostrare davvero la sua posizione, che effettivamente non è mai chiara, se non alla fine. Teresa, hai guadagnato punti, sappilo.

Ma Newt.. No. Devo ancora riprendermi dalla sua morte. E che brutta fine, poi 🙁 Thomas si porterà questo peso per tutta la vita! Ma forse, più della sua morte, per me è stato un vero shock vederlo impazzire a causa del virus: lui, che da sempre era stato così tranquillo, saggio, pacato.. era lui che poneva fine a tutti i litigi! Povero Newt ♥

E infine: Thomas e Brenda *.* Ho tifato per loro da quando lei è comparsa tra i protagonisti, e sono contenta che sia finita così! ♥

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