Recensione – “La vita in due”, Nicholas Sparks

La vita in due, Nicholas Sparks

Trama:

A trentaquattro anni, Russell Green ha tutto: una moglie fantastica, un’adorabile bambina di cinque anni, una carriera ben avviata e una casa elegante a Charlotte, in North Carolina. All’apparenza vive un sogno, ma sotto la superficie perfetta qualcosa comincia a incrinarsi. Nell’arco di pochi mesi, Russ si trova senza moglie né lavoro, solo con la figlia London e una realtà tutta da reinventare. E se quel viaggio all’inizio lo spaventa, ben presto il legame con London diventa indissolubile e dolcissimo, tanto da dargli una forza che non si aspettava. La forza di affrontare la fine di un matrimonio in cui aveva tanto creduto. Ma soprattutto la forza straordinaria di essere un padre solido e affidabile, capace di proteggere la sua bambina dalle conseguenze di un cambiamento tanto radicale. Alla paura iniziale, poco alla volta, si sostituisce la meraviglia di ritrovare dentro di sé le risorse che servono per fare il mestiere più difficile del mondo, il genitore. Russ scopre di saper amare in un modo nuovo, di quell’amore incondizionato che non deve chiedere ma solo offrire. E forse per questo potrà anche rimettersi in gioco con una donna alla quale dare tutto se stesso.

Anno di pubblicazione: 2016 (2017 in Italia)

Genere: Romanzo

Casa editrice: Sperling & Kupfer (grazie per la copia)

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Recensione:

Nicholas Sparks è il mio scrittore preferito, quindi per me leggere un suo libro è sempre un regalo. Nonostante La vita in due non sia il mio preferito, non ho potuto fare a meno di apprezzarlo.

La storia di Russ è la storia di un padre che, improvvisamente, perde quasi tutto quello che ha. Pochi mesi dopo aver deciso di licenziarsi e aprire una propria agenzia di pubblicità, la moglie Vivian lo lascia, trasferendosi in un’altra città. Russ rimane da solo con la figlia London, di cinque anni, a convivere non solo con il proprio dolore, ma anche con quello della figlia. Ripartire da zero non sarà facile, ma Russ ha al suo fianco la sua famiglia ed Emily, un’amica davvero speciale, che lo aiuteranno ad affrontare la situazione e gli resteranno vicini quando le cose si metteranno male e dovrà iniziare a lottare davvero per ciò che ha.

Russ è un uomo comune, non immune dal commettere errori, soprattutto nel suo matrimonio con Vivian, come emerge chiaramente nel libro; Vivian, invece, l’ho trovata antipatica ed egoista fin dall’inizio: il suo comportamento non mi è piaciuto, soprattutto nei confronti di London, nonostante non si possa attribuire completamente a lei la colpa per la fine del suo matrimonio con Russ.

Il nucleo di questo libro, però, risiede nel rapporto padre-figlia. A causa del lavoro, inizialmente Russ non riesce a trascorrere molto tempo con London, ma la situazione si ribalterà quando sarà lui, invece che Vivian, a dover restare a casa a badare a lei. Il rapporto tra Russ e London si sviluppa in maniera naturale e molto dolce: l’amore incondizionato di Russ per sua figlia è sempre presente, perché lui vive la sua vita mettendo al primo posto proprio London e il suo bene. London, da parte sua, impara a conoscere meglio suo padre e ad amarlo incondizionatamente a sua volta.

I personaggi che ho più apprezzato sono però altri. La prima è Emily, una madre single che aiuterà Russ nell’affrontare l’abbandono di Vivian: avendo vissuto un’esperienza simile, la donna sarà in grado di sostenerlo e consigliarlo e inizieranno a vedersi spesso, complice il fatto che London e Bodhi, il figlio di Emily, siano molto amici. Il lato di lei che più mi è piaciuto è la sua semplicità nel far emergere il lato migliore delle persone. La mia preferita in assoluto è però Marge, la sorella maggiore di Russ. Marge è semplicemente adorabile e tutti dovrebbero avere una sorella, un’amica, una figlia, una compagna come lei: non le importa nulla di ciò che la gente pensa di lei, è sempre se stessa e non si lascia abbattere dalle difficoltà della vita. Lei e Liz, la sua compagna, saranno delle vere rocce per Russ, dandogli la forza di andare avanti e donando tutto il loro aiuto.

Infine, come sempre sono rimasta colpita e affascinata dal modo in cui Sparks riesce a raccontare una storia coinvolgendo completamente il lettore. Il suo stile è sempre lineare, chiaro, semplice, così semplice e accessibile da arrivare al cuore di tutti. Il romanzo, infatti, incuriosisce il lettore e lo porta a voler continuare la lettura per scoprire cosa succederà. All’inizio la storia viene raccontata quando molte delle cose narrate sono in realtà già successe: Russ, con il senno di poi, si accorge che quella che considerava la sua vita perfetta era tutt’altro che perfetta; la seconda parte del libro, invece, viene narrata al presente, a sottolineare il fatto che, così come il lettore, nemmeno Russ ora sa cosa ne sarà del suo futuro.

A lasciarmi un po’ con l’amaro in bocca è stato, per certi versi il finale: ci sono elementi che sembra si siano risolti più facilmente di quanto pensassi, e che mi sono sembrati quindi un po’ frettolosi, ma sono comunque soddisfatta di come questa storia si conclude.

Consiglio La vita in due a tutti gli amanti delle storie di Nicholas Sparks e non solo: a chi desidera leggere quella che non è una favola, ma la vita reale, che non è sempre perfetta e facile, che peggiora quando pensiamo di aver già toccato il fondo, ma che regala sempre emozioni nonostante tutto.

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