Recensione – “Le Streghe del Monte Corno”, Simona Cremonini

Le Streghe del Monte Corno, Simona Cremonini

Trama:

Manerba, 38 a.C. Figlia della sirmionese Quinzia e del poeta Catullo, la giovanissima Acilia risale il crinale della Rocca di Manerba per assecondare nonna Minicia ed essere consacrata a vestale della dea Minerva: durante il percorso, però, la cerimonia prende una svolta inaspettata, che segnerà il destino di Acilia e dell’intera discendenza delle Streghe Quinti.
Manerba, Lugana di Sirmione, Desenzano, 2004 d.C. Qualcuno spia Brunella Quinti: e non si tratta del carabiniere Cristian, unico testimone dell’incantesimo più potente compiuto dalla giovane strega. In un vortice di sospetti, figure misteriose, personaggi singolari, profili cornuti, sogni e visioni, leggende e verità, la ragazza dovrà difendere le amiche della nonna, le “Streghe del Monte Corno”, dall’arrivo dei Templari, giunti sul lago per una processione che rischia di disturbare quanto più di sacro e antico è custodito fra le colline moreniche del Garda.

Anno di pubblicazione: 2017

Genere: Fantasy – Horror

Casa editrice: presentARTsì

Serie: La Saga delle Streghe Quinti #2

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Recensione:

ATTENZIONE – SPOILER se non avete letto il primo volume!

Le Streghe del Monte Corno è il seguito di Il Sigillo di Sarca (qui trovate la mia recensione), una saga che ha delle sfumature fantasy/horror che ben emergono durante la lettura e che, inoltre, rievocano tempi passati dai contorni misteriosi e mitologici.

La storia riprende poche settimane dopo gli eventi narrati nel primo libro: dopo aver confinato nuovamente il terribile dio Sarca nelle sue acque, la strega Brunella Quinti cerca di rassicurarsi sul fatto che nessuno sia venuto a sapere dell’incantesimo che ha compiuto, nonostante Cristian, il carabiniere che si trovava sul luogo, sia tornato da lei per chiedere spiegazioni. Brunella, però, non può rivelargli nulla e non solo per proteggere se stessa, ma anche per proteggere il ragazzo.

Un nuovo pericolo, però, è alle porte: Bru ha spesso la sensazione di essere spiata, controllata. E le strane visioni di notte, in cui si ritrova in una misteriosa processione che risale il Monte Corno, continuano a tormentarla. Cosa la lega a quel posto? E quale minaccia incombe sul luogo, che, secondo le leggende, è uno dei luoghi sagri proprio al dio cornuto, Cernunnos? Una nuova sfida da affrontare la attende, una sfida che la porterà a scoprire qualcosa in più su se stessa e le sue origini. A tal proposito, è stato interessante seguire anche le sue ricerche riguardo il “Quintia“, un volumetto che, anni prima, aveva trovato a nella Casa sotto la Rocca di Manerba, dove viveva sua nonna e dove vive lei tutt’ora. Il titolo, infatti, fa pensare che il libro possa narrare qualcosa dei suoi antenati, così Bru cerca qualcuno che sia in grado di tradurre il testo dal latino.

La storia è avvincente e si legge in modo piacevole e scorrevole. L’autrice riesce a fondere insieme la magia dei luoghi del lago di Garda ai miti e alle leggende che li riguardano, formando un intreccio vincente che porta il lettore a voler scoprire di più, a visitare quegli stessi luoghi di cui si parla. La mitologia è un elemento principale, fondamentale del romanzo, abilmente intrecciata alla realtà. La storia del Monte Corno e delle processioni ad esso legate mi è piaciuta tantissimo, in bilico tra realtà, mito, leggenda, culture e religioni.

I personaggi sono ben caratterizzati e sono stata contenta di ritrovarne alcuni del primo libro, oltre ovviamente alla protagonista Brunella; ci sono infatti Serena, il carabiniere Cristian, le due amiche del forum Sigi e Darky. In Le Streghe del Monte Corno abbiamo la possibilità di scoprire di più su tutti loro, perché emergono nuovi aspetti, in alcuni casi davvero sorprendenti.

Consiglio il romanzo a chi ama il genere, la mitologia e a chi conosce la zona del lago di Garda e vuole riscoprirla in una nuova chiave!

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