Recensione – Mary Shelley – Un amore immortale

Mary Shelley – Un amore immortale

Sinossi:

Il film racconta la vita di Mary Wollstonecraft Godwin (Elle Fanning), figlia di un’antesignana del femminismo e di un famoso e stimato filosofo. Mary cresce tra libri, idee non convenzionali e una grande passione per la scrittura e la lettura. Si appassiona in modo particolare alla letteratura gotica e alle storie di fantasmi. Spesso si rifugia nel cimitero dove è sepolta sua madre, che morì quando lei aveva solo 10 giorni di vita, e lì coltiva il suo sogno di scrivere un giorno il suo romanzo. Durante un soggiorno in campagna incontra Percy Shelley (Douglas Booth), poeta inquieto con cui fin da subito nasce una grande intesa, la premessa di un grande amore. Mary però non sa che Percy è in realtà sposato, e ha anche una figlia. Nonostante l’iniziale delusione e l’esitazione, alla fine i due decidono di vivere il loro amore e fuggono insieme, portando con loro anche la sorellastra di Mary, Claire. La loro vita non sarà facile e dovranno affrontare diverse difficoltà riguardo la loro relazione, il loro lavoro, la sopravvivenza. Il sogno di Mary di poter scrivere un suo romanzo, però, trova l’occasione di avverarsi quando i tre vengono ospitati insieme al dottor Polidori nella villa di Lord Byron, il quale sfida i suoi ospiti a scrivere una storia di fantasmi.

Regia:  Haifaa Al-Mansour

Genere: Storico – Biografico – Sentimentale

 

Recensione:

Il film, distribuito in Italia da Notorious Pictures, racconta, in modo sostanzialmente fedele, la vita di quella che sarebbe poi diventata la famosa Mary Shelley, autrice dell’immortale Frankenstein; or, the Modern Prometheus. Come suggerisce il titolo stesso del film, però, Mary Shelley – Un amore immortale si concentra in particolar modo sulla tormentata e intensa storia d’amore tra Mary Wollstonecraft Godwin e Percy Bysshe Shelley, autori ancora oggi molto apprezzati e famosi della letteratura inglese dell’Ottocento.

Figlia del filosofo William Godwin, che educa la figlia alla cultura, alla lettura, all’apertura della sua mente a idee anche non convenzionali, come quelle di sua madre (nota soprattutto per l’opera riguardo i diritti della donna e per le sue idee di amore libero dai vincoli costituiti dal matrimonio), Mary cresce sviluppando le proprie idee e le proprie passioni, in particolare si appassiona alle storie di fantasmi e alla scienza, sognando di scrivere un giorno il proprio romanzo e di emergere nel mondo dell’editoria, proprio come i suoi genitori.

Durante un viaggio in Scozia, dove Mary viene ospitata dall’amico di suo padre William Baxter, Mary conosce il ribelle poeta Percy Shelley, con il quale fin da subito nasce un’intensa intesa, che porta i due ad innamorarsi: un amore impulsivo, ma sincero, da parte di entrambi. Almeno finché Mary non scopre che Percy in realtà ha una moglie, Harriet, e una figlia. Shelley era non solo un poeta non convenzionale e ribelle alle idee del suo tempo, ma, come la madre di Mary, sosteneva il principio dell’amore libero: una coppia, secondo lui, doveva essere aperta, non ci dovevano essere vincoli di alcun tipo, ognuno è libero di vivere l’amore secondo la propria idea. Alla fine, Mary e Percy fuggono insieme, e con loro anche Claire Clairmont, la sorellastra di Mary. Superata la fase di iniziale entusiasmo, però, gli ostacoli diventano sempre più grandi, e non sarà sempre facile restare insieme, fidarsi l’uno dell’altra, o semplicemente sopportarsi e amarsi.

Ho trovato molto fedele alla biografia di Mary Shelley la parte del film in cui si racconta la nascita di Frankenstein. Mary, Percy e Claire, che nel frattempo è diventata l’amante di Lord Byron, vengono invitati da quest’ultimo nella sua villa a Ginevra. Le cupe giornate di pioggia ininterrotta fruttano a Byron l’idea di una sfida, che lancia a Mary, Percy e al dottor Polidori, un giovane medico anche lui ospite alla villa: tutti loro dovranno scrivere una storia di fantasmi, una storia di paura che possa terrorizzare i lettori. Nasce così, a poco a poco, l’idea di Frankenstein, grazie anche agli esperimenti sul galvanismo che si diffusero proprio in quel periodo.

Il film, quindi, nonostante alcuni dettagli omessi o modificati, rende abbastanza bene l’idea di quella che è stata Mary Shelley: una donna forte, sostenitrice delle proprie idee a dispetto di un tempo in cui le donne non sempre potevano ricevere un’educazione ed avere proprie opinioni. Una donna che ha sopportato sofferenze atroci, come la morte dei suoi stessi figli, o la relazione di Percy con sua moglie. Inoltre, emerge chiaramente anche la stima di Mary nei confronti di sua madre: questo evento le lascerà sempre la paura di essere abbandonata, un senso di solitudine incolmabile, presente anche in Frankenstein.

Un film che vale sicuramente la pena di vedere, non solo per la storia di Mary Shelley, ma anche per l’eccezionale interpretazione di Elle Fanning, davvero perfetta per il ruolo.

Trailer del film:

 

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