Recensione – “Shadowhunters – Città di Cenere”, Cassandra Clare

Shadowhunters – Città di cenere, Cassandra Clare

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Trama:

Clary Fray vorrebbe soltanto che qualcuno le restituisse la sua vecchia, normalissima, vita. Ma non c’è niente di normale nella sua vita se può vedere licantropi, vampiri e altri Nascosti, se sua madre è in un coma magicamente indotto e lei scopre di essere uno Shadowhunter, un cacciatore di demoni. Se Clary si lasciasse il mondo dei Cacciatori alle spalle avrebbe più tempo per Simon (forse più di un amico ormai). Ma è il mondo dei Cacciatori che non è disposto a lasciar andare lei, soprattutto Jace, il suo affascinante, permaloso fratello appena ritrovato. Per Clary l’unico modo di salvare la madre è inseguire Valentine, il cacciatore ribelle, che è probabilmente pazzo, sicuramente malvagio e anche, purtroppo, suo padre. A complicare le cose a New York si moltiplicano gli omicidi dei figli dei Nascosti. E la città diventa sempre più pericolosa, anche per uno Shadowhunter come Clary.

Genere: Urban Fantasy

Anno di pubblicazione: 2008

Casa editrice: Mondadori

Serie: Shadowhunters – The Mortal Instruments #2

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Recensione:

ATTENZIONE: la recensione potrebbe contenere spoiler del primo volume, di cui potete trovare la recensione qui.

Sono arrivata alla fine del secondo libro con due domande: Perché non ho mai preso in considerazione questa saga primaDatemi subito il terzo libro, perché non è già tra i miei libri?

La storia riprende poco dopo le vicende narrate nel primo libro, dopo la grande battaglia di Renwick e la fuga di Valentine con la Coppa Mortale, uno degli Strumenti Mortali. Voglio dire subito che la storia è, come nel caso di Città di ossa, così coinvolgente, piacevole e scorrevole che si fa fatica a staccarsi dalla lettura.

Una menzione la meritano sicuramente alcune ambientazioni dal gusto quasi horror/thriller: in alcuni momenti, infatti, il lettore può percepire chiaramente il terrore, quasi tangibile, dei protagonisti, anche grazie alle descrizioni dettagliate dell’autrice, che permettono di immaginare chiaramente la scena. Inoltre, la mitologia di questo mondo nascosto agli umani viene approfondita, per esempio l’esistenza del Popolo Fatato, così come si scopre qualcosa di più sul Conclave e sulle sue autorità, cioè sulle persone che sono a capo e dettano legge nel mondo dei Cacciatori e dei Nascosti. Tra queste autorità c’è Imogen, l’Inquisitrice, che ho trovato assolutamente inquietante, glaciale e senza cuore, ma solo apparentemente.

Le vicende che vedono Clary, Simon, Luke, Jace, Alec, Isabell e Magnus protagonisti diventeranno sempre più pericolose, tutti si ritroveranno a rischiare la vita. Clary e Jace hanno scoperto che Valentine è loro padre e che quindi sono fratello e sorella: per tutto il secondo libro li vedremo cercare di convivere con questa scoperta, che li costringe a mettere da parte i sentimenti che provano l’uno verso l’altra e che non sempre riescono a nascondere. Ma, come si dice, tra i due litiganti il terzo gode, e questo è Simon: è la sua occasione di farsi avanti finalmente con Clary, che come sempre è molto legata al ragazzo, il suo migliore amico da sempre. L’obiettivo primario, però, è di ritrovare Valentine e la Coppa, così da impedirgli di creare un esercito di Shadowhunters in grado di distruggere l’attuale Conclave, anche se i continui omicidi dallo stesso modus operandi tra i Nascosti iniziano a far nascere sospetti su una possibile diversa strategia di Valentine. Inoltre, Jace si troverà nei guai proprio con il Conclave, che lo accusa di essere un complice del padre. Anche Simon avrà la sua personale battaglia da combattere, tutt’altro che facile: un cambiamento che potrebbe avere conseguenze drastiche sulla sua vita. Infine, Alec e Isabelle si troveranno ad affrontare il ritorno improvviso dei loro genitori.

Per quanto riguarda i personaggi, oltre ad aver amato infinitamente apprezzato sempre più Jace, mi è piaciuto molto Luke e il suo bellissimo rapporto con Clary. Anche Maia, una licantropa del branco di Luke, è stata un’aggiunta che ho apprezzato: la sua fragilità la rende più umana di quanto lei stessa si renda conto. Infine, non posso non citare Isabell e Alec alle prese con le loro “relazioni”: ci saranno scene davvero molto simpatiche e divertenti.

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