Perché leggere libri distopici

Negli ultimi tempi la letteratura distopica ha avuto molto successo grazie a trilogie come Hunger Games di Suzanne Collins, Divergent di Veronica Roth e The Maze Runner di James Dashner. La fortuna di questo genere, però, non è così recente: i libri distopici iniziavano ad affermarsi già nel Settecento, ma è con 1984 di George Orwell, scritto nel 1949, che il genere acquista una sua importanza.

La letteratura distopica racconta di società inquietanti, terribili, in cui tutto è distorto: mondi che nessuno potrebbe mai desiderare, realtà che nessuno vorrebbe mai vivere. Eppure a volte sembrano tanto spaventosamente attuali e reali da far riflettere il lettore sulla società in cui vive. Spesso le atmosfere sono apocalittiche o post-apocalittiche, e lo scopo dell’autore è quello di non solo far appunto riflettere il lettore, ma anche metterlo in guardia, ammonirlo sul futuro della società. Ecco perché alcune storie suonano tanto inquietanti, perché a spaventarci e colpirci è la possibilità che queste, o qualcosa di simile, si realizzino nel nostro mondo.


Quindi perché leggere libri distopici? Ecco una lista di motivi:

1 – Per scoprire il fascino di una società diversa da quella in cui viviamo

Anche se si tratta di realtà distorte e assolutamente terribili, scoprire di una società che funziona diversamente dalla nostra è sempre affascinante. Per esempio, leggere di Panem, in Hunger Games, divisa in distretti, ciascuno dei quali ha un suo compito nella produzione, così come capire il sistema delle diverse Fazioni in Divergent o il meccanismo del Labirinto in The Maze Runner mi ha incuriosito molto, nonostante molti aspetti di queste realtà fossero davvero inquietanti al pensiero che in un futuro potrebbero realizzarsi!

2 – I protagonisti spesso sono persone comuni in cui è facile immedesimarsi e identificarsi

I protagonisti dei libri distopici di solito sono persone come noi, comuni, persone che non hanno superpoteri o abilità particolari. Semplicemente sono persone per bene che hanno a cuore la propria vita e quella delle altre persone, il senso di giustizia è ciò che prevale in loro, insieme alla rabbia per la situazione in cui vivono. Ribellarsi fa parte della loro natura, cercare di risolvere le cose per se stessi e per tutti.

3 – C’è molta azione

Ovviamente non può mancare l’azione, contrapposta a una situazione iniziare di stasi, di immobilità, dovuta di solito alla dittatura di una persona o un gruppo ristretto di persone. Questa situazione, tremenda quanto stabile e in un certo senso equilibrata, viene interrotta dai protagonisti che si ribellano, rischiando tutto e anche di più, dando inizio a una rivoluzione epica ed epocale. E quindi via, fughe e scorribande improvvise, con un unico scopo: la sopravvivenza, delle persone e delle idee.

4 – Tradimenti e continui colpi di scena

Tutto questo fa parte dell’azione: tradimenti e continui colpi di scena, rimescolamenti delle carte in gioco, risvolti inaspettati, persone che improvvisamente si rivelano amiche o nemiche… Insomma, ne vedrete delle belle se decidete di leggere un distopico! Preparatevi agli scenari più diversi e alle scoperte più pazzesche che riuscite a pensare, e moltiplicatele all’infinito. Certe cose non potete proprio aspettarvele!

5 – Intense storie d’amore

Vivete sotto una dittatura, siete strettamente controllati, inizia la ribellione e potreste morire da un istante all’altro, nel bel mezzo di un agguato, di una fuga e chissà che altro. Bel clima per una storia d’amore, no? Assolutamente sì: gli amori distopici sono molto più intensi e profondi, veri e passionali, proprio perché nascono in situazioni disperate, in cui la fiducia scarseggia e la paura regna sovrana. Quindi non posso dimenticare coppie come Tris e Quattro, Katniss e Peeta… Finnick e Annie… mi fermo qui.

6 – Il fascino di ciò che succede e di come le persone reagiscono

La distopia è estremamente affascinante da leggere, sia dal punto di vista di ciò che succede, di come il mondo è costruito, sia da quello delle reazioni delle persone. Come ho già detto, si tratta spesso di realtà difficili, in cui un dittatore spietato, accecato dal potere, tiene ogni cosa sotto il suo potere a qualsiasi costo (e quando dico qualsiasi, è davvero qualsiasi). Il principio base, quindi, è l’annullamento totale dell’individuo: conformarsi alla massa è un bene, distinguersi un male. La società è strettamente controllata e ogni minimo sospetto di ribellione viene messo a tacere. E ci sono sempre diverse reazioni: chi si conforma al potere per paura, per convenienza, perché ci crede davvero, e chi invece si ribella. E, come dice Beetee, c’è sempre una falla nel sistema. (Hunger Games).

7 – Ciò che accade è fittizio, ma anche reale

Non tutto quello che si legge nei libri distopici è finzione, e ve ne accorgete leggendo la storia. Ciò che accade sembra a prima vista impossibile e lontano da noi, ma riflettendoci non è così, ci sono elementi decisamente attuali e tipici della nostra società. In fondo, la storia ci insegna che l’uomo non impara mai: le sue emozioni, i suoi comportamenti, i suoi desideri sono sempre gli stessi, e, portati all’estremo, le conseguenze possono essere tremende, apocalittiche, fatali.

8 – Mettono in guardia sul futuro

Ricollegandomi al punto precedente, i distopici mostrano ciò che, in effetti, in futuro potrebbe anche accadere. Infatti, non ci sono elementi fantasy o soprannaturali, il tutto è estremamente reale, e ciò contribuisce alla verosimiglianza della storia. La morale di questi libri è che alla fine, nonostante qualcuno vinca e qualcuno perda, tutti in fondo ne escono sconfitti, tutti perdono qualcosa. I distopici mostrano i danni fisici e psicologici che la crudeltà, l’avarizia, la disumanità possono avere sulle persone e sul mondo intero inteso come ambiente. Gli uomini sono in grado di fare cose terribili a causa della sete di potere, che rende egoisti e menefreghisti.

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