Quote of the Day – 105

Come sapete, la mia prima lettura del 2018 è stata Il cavaliere d’inverno di Paullina Simons (recensione).

È il racconto di una grande storia d’amore, travolgente, impossibile ma anche insistente, forte, necessario. Il romanzo però non parla solo di Tatiana e Alexander: la guerra che sconvolge l’Unione Sovietica nel 1941 dà inizio ad un assedio rigidissimo. Si tratta quindi di una storia particolare e intensa, che non posso che consigliare.

Scegliere una sola citazione in ben settecento pagine è davvero impossibile, per cui ho scelto diverse frasi che non fossero però troppo spoiler per la storia, per chi non ha ancora letto il libro e volesse leggerlo in futuro!

Non sempre le cose vanno come avremmo voluto o come avevamo progettato che andassero, anche se lo desideriamo molto.

 

Alexander le stava di fronte, ritto sul marciapiede. “Sono un soldato dell’Armata Rossa, non un dottore americano, e nemmeno uno scienziato inglese. Sono un soldato dell’Unione Sovietica. Potrei morire da un momento all’altro in mille modi diversi. Questo potrebbe essere l’ultimo minuto che passiamo insieme. Non vuoi condividerlo con me?”

 

“Ci aspettano giorni difficili. Soprattutto per te, Tania, e per Dasha. […] Il tuo coraggio verrà messo a dura prova, come quello di chiunque altro. Ci sarà un’unica legge: quella della sopravvivenza a ogni costo. Dipenderà da te stabilire il costo. Va’ avanti a testa alta e se devi soccombere fallo senza compromettere la tua anima. […] Il tuo cuore ti dirà quello che è giusto, cara nipote. Non accettare mai compromessi.”

 

Com’era possibile che il segreto, l’inganno e il tradimento legassero gli esseri umani più della verità, della fiducia e della sincerità?

 

“Tania, per favore. Non sei una mia conquista, non sei una tacca nella mia cintura. So che per te è difficile far fronte ai tuoi sentimenti. Vorrei solo che la smettessi di immaginare cose che non esistono.” La baciò con passione. “Senti le mie labbra quando ti bacio,” sussurrò e poi la baciò con tenerezza. “Non senti le mie labbra? Cosa ti dicono le mie mani? […] Forse,” aggiunse con tenerezza, “quello che dovresti chiedermi non è se sei un’altra tacca nella mia cintura, ma perché non lo sei.”

 

“Non mi hai trovato. Non mi stavi neanche cercando. Sono io che ti ho trovata.”

Lunga pausa. “Tu mi… stavi cercando?”

“Da una vita.”

 

Qualsiasi cosa valga la pena ottenere, richiede un grosso sacrificio. Un sacrificio che vale la pena compiere.

 

“Ti sei pentito di aver attraversato la strada per me, soldato?”

Lui le prese la mano e gliela strinse tra le sue. “Tatiana, sono rimasto incantato da te dal primo momento che ti ho vista. La guerra era appena iniziata e io conducevo una vita dissoluta. Nella nostra caserma e in tutta la città regnava già il caos: gente che andava e veniva, ritirava il denaro dalle banche, cercava di fare scorte di cibo e prendeva d’assalto i negozi; c’era chi si arruolava come volontario e chi spediva i propri figli ai campi di addestramento.” Si interruppe per un istante. “Nel mezzo di tutto questo caos, sei arrivata tu!” Fece un respiro profondo. “Eri seduta da sola su questa panchina, col tuo sguardo da bambina indifesa, i capelli biondi e gli occhi radiosi. Mangiavi il gelato con un gusto e una dolcezza tali che non potevo credere ai miei occhi. Era come se non ci fosse niente altro al mondo, in quella domenica d’estate. Ti sto dicendo tutto questo, in modo che se avrai bisogno di coraggio in futuro e io non sarò accanto a te, saprai dove cercarlo. Eri lì che mangiavi il gelato, indossavi i tuoi sandali rossi e un vestito stupendo, incurante del fatto che una guerra stava per cominciare e la vita ti avrebbe portata chissà dove. Era come se sapessi che ce l’avresti fatta, ed è questo il motivo per cui ho attraversato la strada, Tatiana. Perché io credevo che tu ce l’avresti fatta, Perché credevo in te.”

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