Quote of the Day – 53

Buongiorno lettori!

Oggi è il primo settembre, una giornata speciale per tutti i maghi: si torna a Hogwarts, addio Babbani!

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Mi sembra quindi doveroso rievocare la prima volta che Harry ha attraversato la barriera tra i binari 9 e 10 di King’s Cross, arrivando al binario 9 e ¾, dove ha potuto ammirare l’Espresso per Hogwarts!

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In quel momento, proprio dietro di lui, passò un gruppetto di persone, e lui colse un brandello della loro conversazione.

«…pieno zeppo di Babbani, figurarsi…»

Harry si voltò di scatto. A parlare era stata una signora grassottella, che si rivolgeva a quattro ragazzi dai capelli rosso fiamma. Ciascuno spingeva un baule come quello di Harry… e aveva anche una civetta.

Col cuore che gli martellava in petto, Harry li seguì, sempre spingendo il suo carrello. Quando si fermarono lui fece altrettanto, abbastanza vicino per sentire quel che dicevano.

«Allora, binario numero?» chiese la donna, che era la madre dei ragazzi.

«Nove e tre quarti!» disse con vocina stridula una ragazzina, anch’essa con i capelli rossi, che dava la mano alla madre. «Mamma, posso andare anch’io…»

«Tu sei troppo piccola, Ginny. Sta’ zitta, adesso. Va bene, Percy, vai avanti tu».

Quello che sembrava il maggiore, si avviò verso i binari nove e dieci. Harry stette a guardare, bene attento a non battere ciglio per non perdere nessun particolare… ma proprio nel momento in cui il ragazzo aveva raggiunto lo spartitraffico tra i due binari, un folto gruppo di turisti gli passò davanti togliendogli la visuale, e quando l’ultimo zaino si fu tolto di mezzo, il ragazzo dai capelli rossi era sparito.

«Fred, ora tocca a te», disse la donna grassottella.

«Ma io non sono Fred, sono George« disse il ragazzo. «Parola mia, donna! E dici di essere nostra madre? Non lo vedi che sono George?».

«Scusami, George caro».

«Te l’ho fatta! Io sono Fred!» disse il ragazzo, e si avviò. Il suo gemello gli gridò di sbrigarsi, e lui dovette affrettarsi a seguire, perché un attimo dopo era sparito… ma come aveva fatto?

E ora il terzo fratello si affrettava verso il tornello… eccolo, era quasi arrivato… e poi, d’un tratto, non ‘era più.

Nessun altro doveva passare.

Harry si rivolse alla donna: «Mi scusi».

«Salve, ragazzo» gli disse lei. «E’ la prima volta che vai a Hogwarts? Anche Ron è nuovo».

«Sì» disse Harry. «Il fatto è… il fatto è che non so come…»

«Come raggiungere il binario?» chiese la donna gentilmente, e Harry annuì.

«Non ti preoccupare» disse lei. «Devi soltanto camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci. Non ti fermare e non aver paura di andarci a sbattere contro: questo è molto importante. Se sei nervoso, meglio andare a passo di corsa. E adesso vai, prima di Ron».

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«Ehm… Va bene» disse Harry.

Girò il carrello e guardò la barriera. Aveva un aspetto molto resistente.

Cominciò a camminare in quella direzione. La gente lo urtava, dirigendosi verso i binari nove e dieci. Harry affrettò il passo. Stava per andare dritto dritto a sbattere contro il tornello, e allora sarebbero stati guai… Chinandosi in avanti, spiccò una corsa… la barriera si avvicinava sempre di più… ecco, non sarebbe più riuscito a fermarsi… aveva perso il controllo del carrello… era a un passo… chiuse gli occhi, pronto all’urto…

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Ma l’urto non venne… lui continuò a correre… aprì gli occhi. Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva Espresso per Hogwarts, ore 11. Harry si guardò indietro e, là dove prima c’era il tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto Binario Nove e Tre Quarti. Ce l’aveva fatta.

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Solo io sono ancora in grado di commuovermi di fronte a tutto ciò? ♥

Ancora una volta grazie a J.K. Rowling che ha creato tutto questo, promettendoci che Hogwarts sarà sempre lì per darvi il benvenuto a casa.

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