Quote of the Day – 92

Siamo alla fine di agosto, e lo so che non è esattamente la fine dell’estate, ma si sa: quando inizia settembre, ormai è un po’ come se l’estate fosse finita.

Per questo motivo, oggi ho scelto una citazione che riguarda la fine dell’estate, e che ricorda anche che domani è il 1° settembre e si torna a Hogwarts. Harry ha sempre odiato l’estate, che era costretto a passare dai Dursley, e dopo il suo primo anno le cose non sono andate esattamente per il verso giusto. Ma i Weasley trovano una soluzione decisamente alla Weasley per salvare il loro nuovo amico, come leggiamo in Harry Potter e la Camera dei Segreti.


«Ron!» esclamò in un soffio Harry, strisciando verso la finestra e aprendola in modo da poter parlare attraverso le sbarre. «Ron, come hai… che cosa…?»

Lo spettacolo che gli si presentò davanti agli occhi lo lasciò senza fiato. Ron si sporgeva fuori dal finestrino posteriore di una vecchia automobile color turchese, parcheggiata a mezz’aria. E dai sedili anteriori i gemelli Fred e George, i fratelli maggiori di Ron, guardavano Harry sorridendo.

«Tutto bene, Harry?»

«Ma che cosa ti è capitato?» chiese Ron. «Perché non hai risposto alle mie lettere? Ti ho chiesto almeno una dozzina di volte di venire a stare da noi, e quando papà è tornato a casa e ha detto che avevi avuto un richiamo ufficiale per avere usato la magia di fronte ai Babbani…»

«Non sono stato io… e come ha fatto, lui, a saperlo?»

«Lui lavora al Ministero» disse Ron. «Lo sai che non siamo autorizzati a fare incantesimi fuori della scuola…»

«Senti chi parla!» disse Harry guardando l’auto volante.

<<Oh, questa non conta>> disse Ron. «L’abbiamo solo presa in prestito; è di papà, non abbiamo fatto noi l’incantesimo. Ma fare magie di fronte ai Babbani con cui vivi…»

«Te l’ho detto, non sono stato io… ma è troppo lungo da spiegare. Però puoi dire tu a Hogwarts che i Dursley mi hanno chiuso  chiave e non mi fanno tornare a scuola, e che naturalmente io non posso fare niente di magico per liberarmi, se no il Ministero penserà che è il secondo incantesimo che ho fatto in tre giorni…»

«Sta’ un po’ zitto!» disse Ron. «Siamo venuti a prenderti, tu vieni a casa con noi».

«Ma neanche voi potete fare incantesimi…»

«Non ci servono gli incantesimi» disse Ron con un ghigno accennando ai sedili anteriori. «Dimentichi chi è con me».

«Lega questo intorno alle sbarre» disse Fred gettando a Harry l’estremità di una corda.

«Se i Dursley si svegliano sono morto» disse Harry legando strettamente la corda intorno a una sbarra, mentre Fred metteva in moto.

«Non preoccuparti» disse Fred, «e stai indietro».

[…]

«QUELLA DANNATA CIVETTA!»

«Ho dimenticato Edvige!»

Harry attraversò di corsa la stanza mentre si accendeva la luce sul pianerottolo; afferrò la gabbia di Edvige, si precipitò alla finestra e la consegnò a Ron. Si stava arrampicando di nuovo sul cassettone, quando zio Vernon mollò un pugno sulla porta che, non essendo chiusa a chiave, si spalancò.

Per una frazione di secondo, zio Vernon rimase lì, incorniciato dalla porta; poi muggì come un torno inferocito e si lanciò su Harry afferrandolo per una caviglia.

Ron, Fred e George avevano preso l’amico per le braccia e tiravano con tutta la forza possibile.

«Petunia!» tuonò zio Vernon. «Sta scappando! STA SCAPPANDO!»

Ma i tre fratelli Weasley diedero uno strattone violentissimo e la gamba di Harry sfuggì alla presa di zio Vernon. Non appena Harry fu nell’automobile ed ebbe chiuso la portiera, Ron gridò: «Via a tutto gas, Fred!» e la macchina balzò d’un colpo verso la luna.

Harry non riusciva a crederci… era libero. Tirò giù il finestrino, con l’aria della notte che gli scompigliava i capelli, e guardò i tetti di Privet Drive che si allontanavano alle sue spalle. Zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano rimasti a guardare, ammutoliti, dalla finestra di Harry.

«Ci vediamo la prossima estate!» gridò lui.

I Weasley commentarono con una fragorosa risata e Harry si rimise seduto comodo, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

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