Recensione – “Dormi stanotte sul mio cuore”, Enrico Galiano

Dormi stanotte sul mio cuore, Enrico Galiano

Trama:

Mia sa che può sempre contare su Margherita, la sua maestra delle elementari che, negli anni, è diventata anche la sua migliore amica. Nello strambo quaderno che custodisce in un cassetto di casa ci sono scritte tante piccole meraviglie, che sono anche tante grandi risposte. È lei a spiegarle che il cuore di una tartaruga batte sei volte al minuto, quello di un colibrì seicento. E che ogni cuore, quindi, segue il suo tempo. Ma c’è una domanda a cui Margherita non sa rispondere: «Perché Fede è andato via?». Fede è il ragazzo che la famiglia di Mia ha preso in affido. Fede non voleva parlare con nessuno, ma ha scelto lei come unica confidente. Fede, con i testi delle canzoni, le ha insegnato cose che lei non ha mai saputo. Fede l’ha stretta nel primo abbraccio in cui si è sentita al sicuro e davvero felice. Fede l’ha ascoltata e capita come nessuno mai. Da quando non ha più sue notizie, Mia non riesce ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle. Mentre il mondo e la storia si inseguono e si intrecciano, lei si è chiusa in un guscio più duro dell’acciaio. E non vuole più uscire. Ma se non si affronta un nemico, il rischio è che diventi sempre più forte, persino invincibile. Se non si va oltre l’apparenza non si conosce la realtà. Anche se provare a farlo è un’enorme fatica; anche se ci vuole molto tempo. Perché, come dice Margherita, ogni cuore ha la sua velocità: non importa chi arriva primo, basta godersi la strada verso il traguardo.

Anno di pubblicazione: 2020

Genere: Romanzo

Casa editrice: Garzanti

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Recensione:

Non è semplice per me parlare di Dormi stanotte sul mio cuore, perché lo considero uno dei libri più belli che abbia mai letto, oltre ad essere uno dei libri che ha saputo leggermi nel profondo, ma proverò a spiegarvi il perché mi ha tanto colpito.

La storia di Mia è caratterizzata da due presenze in particolare: Fede e la fefo. Fede è il ragazzo che, quando lei aveva 12 anni, i suoi genitori presero in affidamento dopo la guerra del Kosovo. Fede non parlava con nessuno, era chiuso in se stesso e nel suo trauma, riconducibile agli eventi della guerra; Mia, però, non volle arrendersi, e cominciò a parlargli, di qualsiasi cosa, convinta che prima o poi il ragazzo avrebbe abbassato le sue difese. E in effetti, a poco a poco, Fede con lei si apre, e tra i due ragazzini si instaura un rapporto fatto di complicità, di silenzi assordanti, di sguardi significativi e abbracci protettivi. Insieme, Mia e Fede si sentono a casa, felici: riescono a comprendersi come nessuno ha mai saputo fare con loro. All’improvviso, però, tutto precipita: La Notte, come la chiama Mia, è il buco nero che risucchia via Fede e la serenità di Mia. Non si sa bene come e cosa sia successo di preciso, ma per qualche motivo Fede viene allontanato e Mia, a sua volta, non lascia avvicinare nessuno: questa è la sua fefo, che non le permette di toccare o farsi toccare da nessuno senza provare dolore. Mia, però, nel corso degli anni non è mai riuscita a dimenticare quella sensazione di sentirsi a casa e protetta che solo con Fede ha provato, quindi cerca di rimettere insieme i pezzi e capire cosa sia realmente successo al ragazzo e quale sia il motivo per cui le è stato portato via.

La storia, quindi, si intreccia un po’ tra passato e presente, ripercorrendo l’adolescenza di Mia. L’adolescenza, con il passaggio tra scuole medie e superiori, i primi amori e tutto quel che ne comporta, è sempre un periodo tormentato, ma per Mia lo è ancora di più, perché, in qualche modo, soprattutto poi a causa della sua fefo, si è sempre sentita diversa, emarginata, strana. La sua fragilità e la sua debolezza, però, non le impediscono di andare fino in fondo alla sua storia: oltre che determinata, Mia si scopre anche coraggiosa e soprattutto fiduciosa nei confronti di un ragazzo che solo lei ha saputo comprendere fino in fondo, nonostante i dubbi che ogni tanto la assalgono su Fede. Ad aiutarla e sostenerla con i preziosi consigli raccolti nel suo misterioso quaderno c’è Margherita, la sua migliore amica, che è anche la sua ex maestra della scuola elementare. Margherita è un personaggio che ho adorato, per il suo accento fortemente toscano e i suoi modi un po’ burberi, ma la dolcezza e la sincerità del suo rapporto con Mia è bellissimo, perché nonostante la grande differenza d’età le due riescono sempre a comprendersi e trovare un punto d’incontro, anche quando Mia sembra non afferrare il significato delle sue frasi al momento.

Dormi stanotte sul mio cuore è un romanzo non sempre semplice da leggere, perché si affrontano temi difficili, delicati, dovuti al passato di Mia e al passato di Fede. L’autore racconta le vicende e le emozioni dei personaggi con una delicatezza e una franchezza che non possono che far riflettere e leggersi dentro. Quella di Mia, infatti, è una storia di sensazioni, percezioni, silenzi che parlano più delle parole stesse; una storia “a pelle”, che va oltre l’apparenza e il pregiudizio, contro i quali si combatte; una storia di verità e omissioni, di segreti e vite spezzate; una storia che porta a chiedersi cosa siano davvero la verità e la menzogna, se valga la pena fidarsi del proprio istinto o dell’evidenza che altri ci mettono di fronte.

Un’ultima nota per il finale, che ho trovato perfetto per la storia; Margherita, infine, è l’insegnante che tutti dovrebbero avere, una vera amica.

Non posso quindi non consigliarvi questo meraviglioso libro, raccomandandovi di leggerlo a cuore aperto, come ha fatto Mia nei confronti di Fede: non resterete affatto delusi! 

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