Recensione – “Il Codice da Vinci”, Dan Brown

Il Codice da Vinci, Dan Brown

Trama:

È una tranquilla notte parigina e nulla traspare dalla classica, impenetrabile facciata del museo del Louvre, appoggiato sulla riva della grande Senna. Un dramma si sta consumando al suo interno, nella Grande Galleria: il vecchio curatore Saunière, ferito a morte, si aggrappa con un ultimo gesto disperato a un dipinto del Caravaggio, fa scattare l’allarme e le grate di ferro all’entrata della sala immediatamente scendono, chiudendo fuori il suo inseguitore. L’assassino, rabbioso, non ha ottenuto quello che voleva. A Saunière restano pochi minuti di vita. Si toglie i vestiti e, disteso sul pavimento, si dispone come l’uomo di Vitruvio, il celeberrimo disegno di Leonardo da Vinci. La scena che si presenta agli occhi dei primi soccorritori è agghiacciante: il vecchio disteso sul marmo è riuscito, prima di morire, a scrivere alcuni numeri, poche parole e soltanto un nome: Robert Langdon. Ed è proprio lui, lo studioso di simbologia, scortato dalla polizia sul luogo dell’omicidio, a capire immediatamente che l’anziano storico dell’arte ha lasciato un messaggio oscuro e pericoloso. Di fronte a Langdon si presenta la partita più difficile della sua carriera: giocare a distanza di secoli, e a rischio della propria vita, contro il genio steso di Leonardo da Vinci. La scoperta è sconvolgente: il grande pittore rinascimentale proteggeva un distruttivo codice segreto. Con gli enigmi nascosti nei suoi dipinti, con i suoi marchingegni e con la spaventosa forza di una setta segreta che da secoli ha sempre tentato di trasformare la storia dell’umanità. Laggiù, come un miraggio irraggiungibile, La Gioconda e L’ultima cena attendono il nostro geniale e improvvisato detective. Chi era realmente Leonardo da Vinci? Cosa hanno nascosto per secoli i Templari? Quale chiave da accesso al segreto del Santo Graal?

Anno di pubblicazione: 2003

Genere: Thriller

Casa editrice: Mondadori

Serie: Robert Langdon #2

Per acquistare il libro su Amazon, CLICCA QUI.

 

Recensione:

Ho recuperato Il Codice da Vinci dopo anni, perché in qualche modo mi ero convinta che non mi potesse piacere. Ricordo solo di aver visto l’inizio del film a scuola, anni fa, e mi ero convinta non facesse per me, probabilmente anche perché prima non leggevo libri thriller, ma solo altri generi. Ora, dopo averlo letto, posso solo chiedermi una cosa: ma perché non l’ho letto prima?!? Mi è piaciuto tantissimo, e adesso ovviamente correrò in libreria a recuperare anche gli altri libri di Dan Brown (anche perché vedere Robert Langdon al lavoro è davvero affascinante!).

La storia inizia con il misterioso omicidio del curatore del Louvre, Jacques Saunière, che viene ritrovato nella Grande Galleria del museo disposto a terra come l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci; inoltre, sulla scena si notano anche altri antichi, che Saunière ha disegnato nei suoi ultimi istanti di vita, insieme ad un nome: Robert Langdon. Esperto di simbologia, Robert Langdon arriverà al museo e si troverà di fronte a simboli e codici antichi ed oscuri che rievocano un passato controverso e misterioso, la cui scoperta potrebbe cambiare il destino della società moderna. Inizia una vera e propria avventura alla ricerca di un passato misterioso e leggendario sulle cui tracce, però, sono in molti. Robert dovrà indagare e decifrare codici facendo ricorso a tutta la sua conoscenza sui simboli, grazie anche all’aiuto di Sophie, esperta di crittologia, e sir Leigh Taibing, cavaliere inglese all’eterna ricerca del Graal.

Ad affascinarmi tanto di questa storia sono stati vari aspetti. Uno di questi è sicuramente l’arte. Leonardo da Vinci ha ovviamente un grande ruolo in questa vicenda e la sua arte, con tutti i messaggi che trasmette, ne è protagonista. Vedere analizzate opere come La Gioconda, La Vergine delle rocce e L’ultima cena è stato interessante e mi ha permesso di scoprire dettagli nuovi o che non ricordavo di queste opere, che ho rivisto in chiave nuova. L’arte e le indagini, poi, toccano diverse ambientazioni: Parigi e il museo del Louvre, che mi piacerebbe molto visitare; la bellissima Chateau de Villette, dove vive sir Leigh Taibing; e poi Londra, sempre meravigliosa Londra (ma non voglio dire troppo per non fare spoiler a chi, come me, ancora non si è deciso a leggere il libro).

Altro aspetto affascinante del libro sono stati sicuramente i simboli e i codici. Spesso Robert e Sophie hanno a che fare con giochi di parole da risolvere per poter scoprire il prossimo indizio: da lettrice, ho cercato di risolvere anche io questi enigmi, scoprendomi poi sconfitta e ignorantissima al cospetto della vasta intelligenza dei protagonisti. In particolare mi è piaciuto molto vedere Robert e Sophie, così come sir Leigh, applicare tutte le loro conoscenze di simbologia e crittologia: infatti, nella storia, nulla è lasciato al caso, tutto ha una sua ragione, un suo preciso significato.

Infine, i templari e la ricerca del Graal. Sono sempre un po’ in difficoltà quando parlo di questi argomenti, perché mi hanno sempre incuriosita e ho sempre adorato ritrovare queste leggende o fatti storici (o entrambe le cose) all’interno di libri o film, per cui ritrovarli in una storia come questa, ben articolata, complessa e ricca di dettagli, mi ha resa davvero felice. E mi è piaciuto vedere come queste antiche leggende in realtà siano più attuali di quanto si pensi, tra sette segrete e lotte con il Vaticano. Insomma, vorrei chiamare Dan Brown stesso e parlare di tutte queste cose con lui, per quanto ho apprezzato questi aspetti della storia!

Quindi, per concludere, non posso che fare una sola cosa: consigliare Il Codice da Vinci a tutti quelli che, come me, ancora non si sono decisi a leggerlo, perché non ve ne pentirete, neanche per un secondo. Se cercate una storia con avventura, pericolo, leggenda, segreti, storia, religione, questo è il libro che fa per voi. Adesso, come anticipato all’inizio, corro in libreria a fare scorta dei libri di Dan Brown!

Comments

comments