Recensione – “Il gioco del suggeritore”, Donato Carrisi

Il gioco del suggeritore, Donato Carrisi

Trama:

La chiamata al numero della polizia arriva verso sera da una fattoria isolata, a una quindicina di chilometri dalla città. A chiedere aiuto è la voce di una donna, spaventata. Ma sulla zona imperversa un violento temporale, e la prima pattuglia disponibile riesce a giungere soltanto ore dopo. Troppo tardi. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che lascia gli investigatori senza alcuna risposta possibile – soltanto un enigma. C’è un’unica persona in grado di svelare il messaggio celato dentro al male, ma quella persona non è più una poliziotta. Ha lasciato il suo lavoro di cacciatrice di persone scomparse e si è ritirata a vivere un’esistenza isolata in riva a un lago, con la sola compagnia della figlia Alice. Tuttavia, quando viene chiamata direttamente in causa, Mila Vasquez non può sottrarsi. Perché questa indagine la riguarda da vicino. Più di quanto lei stessa creda. Ed è così che comincia a prendere forma un disegno oscuro, fatto di incubi abilmente celati e di sfide continue. Il male cambia nome, cambia aspetto, si nasconde nelle pieghe fra il mondo reale e quello virtuale in cui ormai tutti trascorriamo gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare. È un gioco, ed è soltanto iniziato. Perché lui è sempre un passo avanti.

Anno di pubblicazione: 2018

Genere: Thriller

Casa editrice: Longanesi

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Recensione:

È sera; un violento temporale che provoca danni e richiede l’intervento di soccorsi; una donna spaventata che chiama la polizia da una fattoria isolata in mezzo alla campagna; un uomo inquietante che, immobile e in silenzio, osserva la fattoria. È così che questa storia ha inizio, in modo terrificante.

A dieci anni da Il suggeritore (qui la mia recensione) arriva finalmente l’attesissimo seguito della storia, con protagonista Mila Vasquez. Di nuovo, Mila si troverà ad affrontare il male nelle vesti del suggeritore, dopo la vicenda che, dieci anni prima, le ha sconvolto completamente la vita ma le ha donato una figlia, Alice.

Ed è proprio con lei che Mila ha deciso di ricominciare: dopo aver vissuto una terribile esperienza in cui ha rischiato la sua stessa vita, la poliziotta ha infatti deciso di abbandonare il suo lavoro e trasferirsi in una casetta isolata in riva ad un lago insieme ad Alice, anche nella speranza di costruire con lei un rapporto madre-figlia che possa definirsi tale. Mila, infatti, è incapace di provare empatia, di capire i sentimenti delle altre persone e di provarne di propri: tutto ciò ricade, ovviamente, nel suo rapporto con Alice. L’apparente tranquillità della sua nuova vita, però, viene interrotta quando alla sua porta si presenta il capo del dipartimento di polizia, in cerca del suo aiuto in seguito ad un caso che, a suo parere, solo Mila potrebbe risolvere. Ha inizio così un nuovo caso che riaprirà vecchie ferite e ne creerà di nuove, un viaggio che porterà Mila a scavare dentro di sé come mai aveva fatto prima: perché, il personaggio chiave di questa storia, è proprio lei.

Ciò che Mila dovrà affrontare è una nuova versione del suggeritore, in un certo senso una versione moderna ma, per questo, anche spaventosamente attuale. Qui la realtà e la fantasia, i sogni e gli incubi, le apparenze e gli impulsi repressi si mescolano in un gioco di realtà virtuale che confonde e assottiglia sempre più il labile confine tra la realtà e la finzione, che rispecchia quello tra bene e male. Si tratta di un aspetto della storia che ho molto apprezzato, un modo originale di considerare i pericoli dell’invasione di internet e della tecnologia in generale nella società di oggi: non ci si ferma mai a pensare a quanto la rete nasconda insidie in ogni suo angolo, senza che noi ce ne rendiamo conto.

Ad affiancare Mila nella sua nuova indagine c’è una vecchia conoscenza, un caro vecchio amico che, da lettrice, sono stata ben contenta di ritrovare: Simon Berish. Nonostante Mila lo metta in guardia su cosa significa affrontare un serial killer come il suggeritore, Simon non rifiuta di aiutare la sua ex collega ed amica, lanciandosi insieme a lei in questo gioco potenzialmente mortale. Un personaggio che equilibra la mancanza di emozioni di Mila: Simon è la parte emotiva dell’indagine, eppure deve appellarsi anche al buon senso e alla ragione che, spesso, mancano a Mila, anche a causa del suo personale coinvolgimento nella vicenda.

E poi c’è Alice. Non voglio fare spoiler, ma come ho già detto dopo aver letto L’ipotesi del male (qui la recensione), quella bambina è inquietante in un modo tutto suo.

Il gioco del suggeritore, quindi, pone nuovi, importantissimi quesiti a dieci anni da Il suggeritore; come continuerà la storia? Soprattutto dopo il finale sconvolgente… io non vedo l’ora di scoprirlo!

Consiglio il libro agli amanti di Carrisi, del genere thriller e a chi cerca una lettura che tenga con il fiato sospeso e non faccia dormire la notte (letteralmente).

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