Trama:
Sino al giorno della Tragedia, c’erano due famiglie Goldman. I Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair. Di quest’ultimo ramo fa parte Marcus Goldman, il protagonista di La verità sul caso Harry Quebert. I Goldman di Montclair, New Jersey, sono una famiglia della classe media e abitano in un piccolo appartamento. I Goldman di Baltimore, invece, sono una famiglia ricca e vivono in una bellissima casa nel quartiere residenziale di Oak Park. A loro, alla loro prosperità, alla loro felicità, Marcus ha guardato con ammirazione sin da piccolo, quando lui e i suoi cugini, Hillel e Woody, amavano di uno stesso e intenso amore Alexandra. Otto anni dopo una misteriosa tragedia, Marcus decide di raccontare la storia della sua famiglia: torna con la memoria alla vita e al destino dei Goldman di Baltimore, alle vacanze in Florida e negli Hamptons, ai gloriosi anni di scuola. Ma c’è qualcosa, nella sua ricostruzione, che gli sfugge. Vede scorrere gli anni, scolorire la patina scintillante dei Baltimore, incrinarsi l’amicizia che sembrava eterna con Woody, Hillel e Alexandra. Fino al giorno della Tragedia. E da quel giorno Marcus è ossessionato da una domanda: cosa è veramente accaduto ai Goldman di Baltimore? Qual è il loro inconfessabile segreto?
Anno di pubblicazione: 2015 (2016 in Italia)
Genere: Narrativa
Serie: Marcus Goldman #2
Casa editrice: La nave di Teseo
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Recensione:
Dopo aver letto La verità sul caso Harry Quebert (qui la mia recensione) e Il caso Alaska Sanders (qui la mia recensione) ed essermi ormai affezionata a Marcus Goldman ero curiosissima di leggere questo libro; soprattutto ne Il caso Alaska Sanders si parla spesso di quella che viene definita come “la Tragedia”, un evento che ha sconvolto e influenzato il nostro protagonista Marcus Goldman. Joël Dicker è maledettamente abile nel creare attesa, aspettativa, suspense, così abile che ancora prima di finire di leggere Il caso Alaska Sanders sono andata a comprare Il libro dei Baltimore, perché dovevo sapere.
Marcus in questo libro ci racconta la storia della sua famiglia, i Goldman. Una famiglia effettivamente un po’ strana, ma questo lo scoprirete voi durante la lettura. I Goldman sono divisi in due “rami”, che si distinguono in base al luogo in cui vivono: Marcus appartiene ai Goldman di Montclair, una famiglia umile, di classe media, mentre la famiglia di suo zio, il fratello di suo padre, rappresenta i Goldman di Baltimore, i quali sono invece molto ricchi e vivono nel lusso. Fin da piccolo, Marcus è legatissimo ai suoi cugini Hillel e Woody e agli zii; ogni volta che può, il ragazzo chiede alla madre di poter andare a Baltimore, dove si sente diverso, dove può fingere di essere un Baltimore anche lui, e non più un Montclair.
Il libro racconta dunque la storia della famiglia Goldman, alternando le vicende del passato che hanno portato poi alla Tragedia alle vicende del presente in cui Marcus scrive il libro. Non si tratta, come nel caso degli altri libri di Dicker, di un giallo, quanto piuttosto di un libro di narrativa, in cui ad emergere sono le gelosie, i segreti, le tensioni nascoste, le cose non dette, le apparenze, la reputazione, la dignità, l’orgoglio. Il libro si lascia leggere in modo scorrevole, come sempre accade con Dicker: più si legge, meno si riesce a smettere, perché si deve assolutamente scoprire come la storia procede, cosa succede ai personaggi.
Parlando appunto di personaggi, li ho trovati ben caratterizzati, ben definiti. Conosciamo già Marcus, ma qui il suo personaggio viene ancora più approfondito, grazie a questo viaggio nel passato della sua famiglia. Tra gli altri, i personaggi che ho apprezzato di più sono stati Woody e zia Anita. In particolare mi è piaciuto Woody, che ha una storia particolare, complicata (in realtà, un po’ tutti nel libro… come vi dicevo, famiglia davvero singolare); si tratta, secondo me, del personaggio che più viene approfondito, del quale riusciamo a comprenderne le azioni, nonostante non sempre le condividiamo. Woody è un ragazzo di buon cuore, pronto a difendere le persone più deboli, talentuoso; la vita, però, spesso gli mette i bastoni tra le ruote e ciò condiziona inevitabilmente le sue scelte e le sue azioni. Se ci sono stati personaggi che ho amato, ce ne sono stati però anche alcuni che non sono riuscita a capire fino in fondo: Hillel e Alexandra. Hillel si presenta fin da subito come un ragazzino pieno di fragilità e insicurezze, che maschera in modo decisamente scontroso e arrogante; nonostante spesso sia stato in difficoltà, ho trovato in alcuni punti il suo atteggiamento un po’ strano, subdolo. Alexandra, invece, proprio non riesco a sopportarla: la ragazza che tutti amano e che, secondo me, non ha mai scelto davvero (vi prego leggete il libro così possiamo insultarla insieme).
Una caratteristica che amo tantissimo dei libri di Dicker dedicati a Marcus è la tecnica del libro nel libro: è fatta troppo bene, troppo troppo! Ogni volta, sono convinta di leggere davvero un libro di Marcus, ed effettivamente a questo punto lancio un appello: possiamo avere anche G come Goldstein?
Non posso che consigliarvi la lettura di Il libro dei Baltimore se amate la serie dedicata a Marcus Goldman e se volete sapere cosa è successo davvero il giorno della Tragedia e quali sono gli eventi che hanno portato ad esso.