Recensione – “La casa delle luci”, Donato Carrisi

La casa delle luci, Donato Carrisi

Trama:

Nella grande casa spenta in cima alla collina, vive sempre sola una bambina… Si chiama Eva, ha dieci anni, e con lei ci sono soltanto una governante e una ragazza finlandese au pair, Maja Salo. Dei genitori nessuna traccia. È proprio Maja a cercare disperatamente l’aiuto di Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, l’addormentatore di bambini. Da qualche tempo Eva non è più davvero sola. Con lei c’è un amichetto immaginario, senza nome e senza volto. E a causa di questa presenza, forse Eva è in pericolo. Ma la reputazione di Pietro Gerber è in rovina e, per certi versi, lo è lui stesso. Confuso e incerto sul proprio destino, Pietro accetta, pur con mille riserve, di confrontarsi con Eva. O meglio, con il suo amico immaginario. È in quel momento che si spalanca una porta invisibile davanti a lui. La voce del bambino perduto che parla attraverso Eva, quando lei è sotto ipno­si, non gli è sconosciuta. E, soprattutto, quella voce conosce Pietro. Conosce il suo passato, e sembra possedere una verità rimasta celata troppo a lungo su qualcosa che è avvenuto in una calda estate di quando lui era un bambino. Perché a undici anni Pietro Gerber è morto. E il misterioso fatto accaduto dopo la sua morte ancora lo tormenta.

Anno di pubblicazione: 2022

Genere: Thriller

Casa editrice: Longanesi

Serie: Pietro Gerber #3

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Recensione:

ATTENZIONE: SPOILER per chi non ha letto i precedenti volumi (qui le recensioni)

Dopo La casa delle voci e La casa senza ricordi, La casa delle luci è il terzo libro della serie dedicata a Pietro Gerber, ipnotista di Firenze conosciuto come l’addormentatore di bambini.

Dopo le vicende raccontate nei libri precedenti, Pietro è un uomo a pezzi, non solo dal punto di vista personale, ma anche professionale: il caso Hanna Hall gli ha distrutto la vita, mentre quello di Nico ha messo in discussione la sua credibilità professionale. Quando però al suo studio compare Maja Salo, le poche certezze rimaste nella vita di Pietro vacillano.

Maja è una ragazza finlandese au pair: vive a San Gimignano, in una grande villa, insieme ad Eva, una bambina di dieci anni. E’ proprio per Eva che Maja contatta Pietro: la bambina da qualche tempo ha ormai un amico immaginario, la cui presenza sta diventando pericolosa per Eva. Pensando ad un caso di schizofrenia infantile, Maja implora Pietro di aiutare Eva, che, tra l’altro, vive sola con la ragazza e la governante, perché i genitori non ci sono mai.

Nonostante il terrore che questo caso si riveli un nuovo caso Hanna Hall, Pietro accetta di incontrare Eva, ed è proprio qui che le cose precipitano ulteriormente, gettando un’ombra oscura sul passato di Pietro: l’amico immaginario di Eva è qualcuno che lui conosceva bene in un’estate complicata della sua infanzia e riporta alla luce eventi che destabilizzano l’ipnotista. Il suo dovere morale e professionale è aiutare Eva, ma Pietro si ritrova in un vortice di vicende che lo trascinano sempre più a fondo, perché coinvolto in prima persona e ormai completamente paranoico.

Come accade sempre con i libri di Carrisi, la storia è assolutamente avvincente e non si riesce a smettere di leggere. Come dico sempre, la scrittura di Carrisi è molto cinematografica, sembra quasi di veder scorrere un film davanti ai propri occhi. Inoltre, per quanto io sia facilmente impressionabile, i libri di questo autore riescono a suggestionarmi come pochi altri: ci sono dettagli e risvolti così inquietanti ed agghiaccianti che ad un certo punto mi sentivo paranoica anche io come Pietro (quei maledetti fischi!), ed è’ incredibile come Carrisi riesca a far risultare inquietante anche un semplice gioco per bambini!

La villa di San Gimignano è il teatro perfetto per questa storia, nella quale ritroviamo anche alcuni aspetti di tipo soprannaturale: una villa per la maggior parte abbandonata, in mezzo al nulla, in cui spesso si svolgono le vicende più significative dopo il tramonto, se non addirittura di notte; una bambina di dieci anni che si comporta in modo strano, inspiegabile, che parla con un amico immaginario: insomma, si tratta di una storia che ha tutte le carte in regola per essere un thriller psicologico straordinario. Ma, diciamocelo: da Carrisi non potevamo che aspettarci questo!

Infine, una piccola nota che preferisco però non approfondire per evitare di fare spoiler: alcuni dettagli di questo libro potrebbero secondo me collegarsi ad altri libri precedenti di Carrisi… ci sono strane coincidenze che non possono che farmi pensare a dettagli ed eventi di una storia in particolare di Carrisi… vedremo!

Consiglio La casa delle luci agli amanti del genere, ma non se soffrite di insonnia: questo libro non vi aiuterà a dormire tranquilli!

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