Recensione – “L’ossessione”, Wulf Dorn

L’ossessione, Wulf Dorn

Trama:

Che fine ha fatto Ellen Roth?

Mark Behrendt è uno psichiatra con due vite, quella di prima e quella di adesso. Prima lavorava alla Waldklinik di Fahlenberg, prima aveva Tanja, il suo amore. Adesso vive e lavora a Francoforte. In mezzo un inspiegabile incidente d’auto in cui Tanja è morta, e la nebbia dell’alcolismo in cui è precipitato e da cui l’ha aiutato a salvarsi un’amica: Doreen. Ed è a cena da lei quando qualcuno bussa alla porta e Doreen va ad aprire: è l’ultima cosa che Mark ricorda. Si risveglia intontito, Doreen è scomparsa. Poco dopo riceve una telefonata. Se vuole rivedere la sua amica viva deve trovare qualcuno e deve scoprire da solo chi. Ha esattamente 2 giorni, 9 ore e 23 minuti per riuscirci, poi la donna verrà uccisa. Comincia così una corsa contro il tempo nel tentativo di capire chi c’è dietro questa follia, che cosa lo motiva, perché ce l’ha con Mark a tal punto, e chi è la persona misteriosa da trovare. Un tassello dopo l’altro, una rivelazione dopo l’altra, Mark cerca di risolvere questo enigma mortale, eseguendo al contempo gli ordini folli di uno sconosciuto, perseguitato da un dolore indicibile e disposto a fare qualunque cosa… proprio come lui?

Anno di pubblicazione: 2020 (2021 in Italia)

Genere: Thriller psicologico

Casa editrice: Corbaccio

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Recensione:

ATTENZIONE!!! – SPOILER per chi non ha letto La psichiatra e Phobia

La psichiatra (qui la mia recensione) è stato uno dei primi thriller che ho letto (e che mi ha fatto avvicinare a questo genere, ormai tra i miei preferiti). A dieci anni dalla sua pubblicazione, Wulf Dorn ci racconta ne L’ossessione cosa è successo in seguito ai protagonisti de La psichiatra, Mark Behrendt (che troviamo anche in Phobia, qui la mia recensione) e Ellen Roth.

Ritrovare Mark Behrendt nei libri di Wulf Dorn è sempre piacevole, perché è un protagonista che adoro. Abbiamo conosciuto Mark nei due libri precedenti in cui compare come uno dei più validi psichiatri della Waldklinik di Fahlenberg, ma dopo varie vicende che hanno sconvolto la sua vita (promemoria: cerca di non diventare mai un protagonista dei libri di Wulf Dorn…), in particolare la morte della sua compagna Tanja per mano di uno sconosciuto e freddo assassino, lo ritroviamo a Francoforte, dove però non esercita più la sua professione di medico psichiatra. Mark è ossessionato da sentimenti che, a poco a poco, lo hanno quasi consumato e sfinito: rabbia, dolore e vendetta, nei confronti di chi, uccidendo Tanja, ha in qualche modo messo fine anche alla sua stessa vita. A sostenerlo c’è però una preziosa amica, Doreen, che lo ha risollevato in uno dei momenti più bui della sua esistenza.

Ma è proprio mentre Mark è a cena da Doreen che succede l’impensabile e la sua vita viene nuovamente stravolta: un uomo misterioso aggredisce lui e la sua amica, e al suo risveglio Mark realizza che Doreen è sparita; rispondendo ad una chiamata da un numero sconosciuto, Mark scoprirà che il folle rapitore ha in serbo per lui una sorta di indecifrabile caccia al tesoro, in cui lui stesso dovrà scoprire chi e perché lo sta cercando. Per l’ex psichiatra inizia un nuovo, terribile ed ignoto incubo, in cui la corsa contro il tempo si rivela fondamentale, pena: la morte di Doreen.

L’ossessione è, a mio parere, un degno erede de La psichiatra, nonostante quest’ultimo rimanga secondo me il suo capolavoro. Proprio per questo motivo, scrivere un sequel di un libro che ha avuto ed ha ancora un grande successo è sempre molto rischioso, ma ho trovato L’ossessione una storia ben costruita e scorrevole, per quanto intricata. La trama è ricca di riferimenti al passato di Mark e al caso di Ellen Roth, un aspetto che non ho potuto che adorare. La storia di Ellen è davvero tragica e complessa; scoprire cosa ne è stato di questa donna e le conseguenze del trauma subito è stato altrettanto tragico ed interessante, grazie anche al fatto che nel libro la componente psichiatrica/psicologica è molto approfondita e incuriosisce il lettore. Come sempre, la trama è ricca anche di colpi di scena: alcuni risvolti della storia sono stati davvero totalmente inaspettati e ciò contribuisce a creare quel meccanismo di curiosità e adrenalina che spinge il lettore a voler continuare a leggere il libro e a divorarlo in pochissimo tempo.

L’ossessione è un po’ un tuffo nel passato per gli amanti dei libri di Dorn, perché richiama le caratteristiche dei suoi primi romanzi; ci sono riferimenti ad ambientazioni, sub-trame e personaggi che conosciamo (uno in particolare mi è piaciuto moltissimo!), ma l’autore ha anche saputo creare nuove caratteristiche altrettanto valide. Sicuramente, il folle uomo misterioso con cui ha a che fare Mark è un personaggio controverso e inquietante, con flashback e scene agghiaccianti; ci sono parti della storia che mi sono rimaste impresse e che al ricordo ancora mi creano ansia, ma è anche vero che, se uno scrittore sa creare e scrivere una scena che suscita queste sensazioni, è decisamente uno scrittore che ci sa fare. Tra le mie ambientazioni preferite c’è sicuramente l’albergo (magari meglio non girovagare di notte in un albergo da soli) e il Planetario, ma la Waldklinik resta uno dei miei luoghi letterari di Dorn preferito, in cui spero che l’autore ci faccia tornare, prima o poi!

Il finale, decisamente a sorpresa, mi è piaciuto ed è coerente con la storia raccontata. Senza svelarvi altro, non posso che concludere la recensione consigliando L’ossessione a tutti gli amanti del thriller e di Dorn, soprattutto se avete amato La psichiatra e volete sapere come continua la storia; se non conoscete Dorn e il thriller, vi consiglio anche gli altri suoi romanzi!

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