Recensione – “Il quadro mai dipinto”, Massimo Bisotti

Il quadro mai dipinto, Massimo Bisotti

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Trama: 

Patrick è un pittore che, in una mattina di giugno, lascia Roma per ricominciare da zero a Venezia, città fatta d’acqua e d’incanto. Prima di partire vuole dare un ultimo sguardo al quadro che ritrae la donna che ha molto amato, il cui ricordo porta sempre con sé. Quando scopre la tela, però, la vede vuota. Sgomento, Patrick corre all’aeroporto. Durante il volo batte la testa e all’arrivo si ritrova confuso, non riesce a ricordare bene il motivo per cui è partito. Ma in tasca ha un biglietto con un indirizzo e un nome: «Residenza Punto Feliz». Si recherà là e troverà una nuova e strana famiglia ad accoglierlo. La nuova vita di Patrick scorre tra amnesie e scoperte, finché a una festa incontra Raquel e non ha dubbi: è lei la donna che è fuggita dal suo quadro.

Anno di pubblicazione: 2014

Genere: Narrativa

Casa editrice: Mondadori

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Recensione:

Non avevo mai letto nulla di questo scrittore, anche se credo che siano tante le persone che, come me, hanno letto almeno una volta una delle bellissime frasi contenute in questo libro, forse senza nemmeno sapere che appartengono a Bisotti. E ad emergere, a spiccare di più in questo libro sono proprio quelle frasi, quasi aforismi, dal sapore psicologico e filosofico, mentre la storia passa in secondo piano.

Il protagonista della storia è Patrick, alla ricerca di una seconda occasione in amore, ma anche di sé stesso: l’impressione è quella di un uomo perso, che si è accorto di aver commesso molti errori a cui però ora cerca di rimediare: un uomo alla ricerca di un vero obiettivo da perseguire nella sua vita. Ma se nel romanzo si parla di seconde occasioni, si parla anche, tramite Vince, un altro dei personaggi, di occasioni che non possono più essere concesse: l’amore non basta, se è troppo tardi, ma non è mai troppo tardi per aspettarsi una nuova occasione, diversa. La morale? L’amore è il motore di tutto, è ciò che ci permettere davvero di vivere, è il fulcro della nostra vita. Senza l’amore, saremmo davvero persi, anche se a volte ci ferisce pesantemente.

Lo stile di Bisotti è chiaro, ma anche filosofico: come ho già detto, ho apprezzato molte delle frasi-aforismi contenute nel libro, anzi, spesso sono rimasta positivamente sconvolta per la precisione e la profondità con cui Bisotti riesce a entrare nella mente di qualsiasi lettore, perché tutti possono immedesimarsi in una delle esperienze che vengono descritte con davvero tanta intensità. Questo però, a mio parere e secondo il mio gusto personale, toglie molto alla storia, che non sembra spontanea, ma un po’ costruita, ed è un peccato. Tuttavia non si può dire che i personaggi non siano approfonditi psicologicamente.

L’ambientazione è uno degli aspetti che più mi sono piaciuti: Venezia è una città magica, mi sono sentita trasportata in questo mondo in cui convivono, o meglio, si fondono la meraviglia di un passato importante e lo splendore del presente. Mi è venuta voglia di partire per visitare nuovamente questa città!

Consiglio Il quadro mai dipinto a coloro che amano questo scrittore e il suo stile di scrittura, a chi ama gli aforismi e a chi ama la filosofia.

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