Recensione – “The Program”, Suzanne Young

The Program, Suzanne Young

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Trama:

Sloane sa perfettamente che nessuno deve vederla piangere. La minima debolezza, o il più piccolo scatto di nervi, potrebbero costarle la vita. In un attimo si ritroverebbe internata nel Programma, la cura ideata dal governo per prevenire l’epidemia di suicidi che sta dilagando fra gli adolescenti di tutto il mondo. E una volta dentro, Sloane dovrebbe dire addio ai propri ricordi… Perché è questo che fa il Programma: ti guarisce dalla depressione, resettandoti la memoria. Annullandoti. Così, Sloane ha imparato a seppellire dentro di sé tutte le emozioni. Non vuole farsi notare, non ora che suo fratello è morto e lei è considerata un soggetto a rischio. L’unica persona che la conosce davvero è James, il ragazzo che ama più di se stessa. È stato lui ad aiutarla nei momenti difficili, lui a farle credere che ci fosse ancora speranza. Ma, quando anche James si ammala, Sloane capisce di non poter più sfuggire al Programma. E si prepara a lottare. Per difendere i propri ricordi, a qualunque costo.

Anno di pubblicazione: 2013 (2015 in Italia)

Genere: Distopico

Casa editrice: De Agostini

Serie: The Program #1

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Recensione:

Ho sempre voluto leggere questo romanzo, era nella mia lista da quando è uscito un anno fa, e in occasione dell’uscita del seguito The Treatment ho deciso finalmente di comprarlo. Il mio unico rimpianto è non averlo fatto prima, perché ho amato follemente questa storia dalle tematiche complicate e per niente leggere. L’autrice ne parla sempre con importanza, alternando questi momenti molto toccanti e profondi alla leggerezza della storia d’amore tra i due protagonisti.

Si tratta di un romanzo distopico molto originale, in cui la protagonista Sloane, diciassettenne, vive in una società in cui i minorenni vengono tenuti sotto stretto controllo (anche dai genitori, di cui i ragazzi non si fidano) per prevenire una sorta di epidemia di suicidi a cui sembra non esserci fine. Anzi, è proprio questo lo scopo del Programma: aiutare i ragazzi a guarire da questa vera e propria malattia e reinserirli nella società, cancellando loro i ricordi considerati la causa di questa “infezione” che porta poi alla depressione e al suicidio.

Come protagonista, Sloane mi è piaciuta molto: una ragazza in gamba, molto spontanea e legata alla vita, in una società che paradossalmente le vieta di vivere davvero. Non è facile vivere in preda al costante terrore di venire internati nel Programma, infatti Sloane reprime spesso le sue emozioni, soprattutto quelle che riguardano il suicidio di suo fratello Brady. Chi riesce davvero a capirla è James, il migliore amico di Brady: è un ragazzo fantastico sotto tutti i punti di vista ma davvero tutti tutti. Simpatico, con la battuta sempre pronta, bello, un po’ pieno di sé, ma anche molto dolce e soprattutto protettivo nei confronti di Sloane: sì, la mia nuova cotta letteraria. James e Sloane formano una coppia che mi è piaciuta tantissimo, la loro è una storia d’amore molto semplice e naturale, si completano a vicenda e si sostengono, perché nessuno dei due vuole rinunciare ai propri ricordi e alla propria vita, come accade a chi viene internato e poi reinserito nella società dal Programma: ne escono delle persone completamente diverse, svuotate delle proprie esperienze di vita. Entrambi cercano di lottare e resistere l’uno per l’altra ed entrambi preferirebbero morire piuttosto che essere internato; ma a un certo punto, dopo un tragico evento che colpisce le vite di tutti e due i ragazzi, sfuggire al Programma è impossibile.

La lotta di Sloane è costante, anche se non sempre se ne rende conto. Il Programma è un’istituzione tanto inquietante quanto affascinante: il lato psicologico di questo romanzo emerge in maniera evidente, cercando le cause profonde della depressione dei ragazzi in modo da evitare un loro possibile suicidio. La domanda che sorge spontanea, però, come dice Sloane stessa, è se davvero i ragazzi si suicidino per motivi “validi” o perché vengono indotti a ciò dalla tirannia del Programma: sono davvero liberi di poter vivere la loro vita pienamente?

Interessante è anche il personaggio di Realm, un ragazzo che sarà molto vicino a Sloane all’interno del Programma: lui sarà la sua ancora in questo luogo, per certi versi simile a James, per altri totalmente diverso, in quanto non conosce a fondo la ragazza nonostante cerchi sempre di sorprenderla positivamente. Per quanto riguarda gli altri personaggi, ho apprezzato molto anche Miller e Lacey, amici di Sloane e James.

Consiglio The Program agli amanti del genere, agli amanti della psicologia e agli amanti delle storie d’amore.

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