Trama:
Josephine ha grandi occhi verdi e un sorriso contagioso, nonostante la vita l’abbia presto messa alla prova costringendola a convivere con una malattia che le rende difficili anche le azioni più semplici, e che lei esorcizza tramite la fotografia, grazie a una vecchia polaroid appartenuta a sua madre. Anche se lei, in realtà, sua madre non l’ha mai conosciuta. Anzi, l’ha creduta morta per anni e, quando ha scoperto la verità, ormai era troppo tardi. In compenso però ha trovato una nuova famiglia: tre fratellastri di cui non ha mai sospettato l’esistenza: Carlotta, Emilia e Lorenzo. Arrivata a Roma per scoprire qualcosa di più del suo passato e del suo inaspettato presente, Josephine è subito stregata dal romanticismo della città eterna. Abituata a guardarne le immagini in televisione o al cinema o sui libri, vedere dal vivo tanta meraviglia le dà quasi alla testa. Così, mentre il suo cicerone d’eccezione, Lorenzo, la guida attraverso i luoghi preferiti dalla madre e alla scoperta di incantevoli angoli nascosti, Josephine deve ammettere a sé stessa che è pressoché inevitabile innamorarsi di Roma, così come di quel ragazzo dagli occhi gentili…
Anno di pubblicazione: 2017
Genere: Romanzo
Casa editrice: Sperling & Kupfer
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Recensione:
Da quando era stato annunciato l’uscita di Ti vedo per la prima volta, non vedevo l’ora di leggerlo. No, anzi, mi correggo: non vedevo l’ora di leggerlo da quando, due anni fa, avevo finito di leggere l’ultimo romanzo di Galdino, Vorrei che l’amore avesse i tuoi occhi (recensione). Diego Galdino è uno dei miei scrittori preferiti e ho iniziato il libro con aspettative molto alte, che ancora una volta ha saputo soddisfare appieno.
Josephine è una ragazza semplice e amante della vita, nonostante la malattia con cui è costretta a convivere: la narcolessia, che la porta ad addormentarsi nei momenti più inopportuni della sua vita. Josephine vive in Svizzera con suo padre, mentre non ha mai conosciuto sua madre Maria, morta dandola alla luce. Quando però la ragazza scopre che in realtà la madre è morta da poco, decide di andare a Roma per un po’, per conoscere il suo passato e accogliere nel suo presente una nuova famiglia, le sorellastre Emilia e Carlotta e il fratello acquisito Lorenzo. La situazione è delicata e non sarà facile convivere e imparare a conoscersi: il passato di Maria influenza tutti loro e le domande e i dubbi rimasti irrisolti sono tanti. Grazie a Lorenzo, Josephine imparerà a conoscere ed innamorarsi di Roma e dei suoi angoli più segreti, e tra i due nascerà qualcosa di speciale e unico, inevitabile ma, forse, impossibile.
I personaggi del libro sono come sempre ben approfonditi e descritti, il lettore riesce a leggere attraverso di loro il dolore del lutto, a comprendere le ragioni dei loro comportamenti, sia quelli giusti sia quelli sbagliati. Josephine è una ragazza forte, a discapito della sua malattia che la rende invece debole, ma rivelerà una grande fragilità e insicurezza nel farsi accettare dalla sua nuova famiglia. Lorenzo, il fratello maggiore, è un punto di riferimento per tutti: è lui che porta sulle spalle il peso del “capofamiglia”, e si prende cura delle sue sorelle e di Josephine con tanto amore. Carlotta ed Emilia sono per molti versi all’opposto. Emilia è la più piccola ma probabilmente anche quella più combattiva e scontrosa, una maschera delle sue paure; Carlotta, invece, è la dolcezza in persona, ma questo non la rende meno forte, anzi, la sua dolcezza e la sua infinita bontà e simpatia sono i suoi punti di forza.
Nel libro a prevalere sono le emozioni: durante la lettura si ride molto, ma c’è spazio anche per le lacrime. Certi risvolti sono stati davvero inaspettati e questo dimostra quanto Galdino, con la sua scrittura scorrevole e semplice, riesca a coinvolgere sempre chi legge le sue storie al punto da dimenticare tutto il resto e immedesimarsi nei protagonisti. Alcune scene mi sono davvero piaciute tantissimo, per la loro spontaneità e realtà. Inoltre, amo il modo in cui parla di Roma: l’aspetto più evidente che emerge riguardo questa città è il fatto che sia viva e che eserciti un fascino unico, irripetibile, che porta chiunque la visiti ad innamorarsene perdutamente.
Infine, ma non meno importante, viene dato spazio alla conoscenza di una malattia poco nota: la narcolessia. Io stessa leggendo il libro mi sono resa conto di non sapere molto sull’argomento, ma Josephine racconta di come sia una malattia davvero pericolosa, oltre che frustrante.
Per concludere, consiglio la lettura di Ti vedo per la prima volta a tutti, perché Diego Galdino riesce a parlare davvero al cuore di chiunque!