Recensione – “La mamma si è addormentata”, Romy Hausmann

La mamma si è addormentata, Romy Hausmann

Trama:

Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l’unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all’improvviso. Un’esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l’unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l’assassina perfetta.

Anno di pubblicazione: 2020 (2021 in Italia)

Titolo originale: Marta schläft

Genere: Thriller psicologico

Casa editrice: Giunti

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Recensione:

Questo libro mi è stato consigliato in libreria, mentre girovagavo senza meta tra i libri e chiedendomi quale tra quelli nella mia wishlist dovessi comprare per primo (come al solito). Era nella mia wishlist? No. L’ho comprato lo stesso? Sì, mi hanno decisamente convinta! Non avevo letto nulla di questa autrice, ma ora che ho finito questo sarei davvero curiosa di leggere altri suoi libri. Sicuramente leggerò La mia prediletta, per poi vedere la serie tv Netflix. La mamma si è addormentata è infatti il secondo thriller di Romy Hausmann, dopo La mia prediletta.

Partiamo subito con il commentare la cover italiana: quanto è inquietante?? Così come il titolo, che stavolta eccezionalmente rende più di quello originale. Cover e titolo perfetti per una storia come questa, che mi ha riempita di angoscia (con incubi annessi) e una profonda tristezza.

La storia segue personaggi in luoghi e tempi diversi: non è la prima volta che leggo libri impostati in questo modo, ma l’inizio di La mamma si è addormentata mi è risultato un po’ lento e confusionario, cosa che ha anche rallentato un po’ la lettura, perché non riuscivo a comprendere dove la storia potesse andare a parare, non capivo in che direzione stesse andando. Nonostante queste prime impressioni non del tutto positive, però, la storia allo stesso tempo mi incuriosiva, come se il libro mi stesse dicendo: “Sì, lo so benissimo che non ci stai capendo niente ma abbi pazienza, vedrai“.

Ed è stato proprio così!!

Dopo circa 100/150 pagine di curiosa confusione, improvvisamente tutto si è schiarito e ho iniziato a capire cosa stesse davvero succedendo; da lì, il libro mi ha completamente rapita e ci sono stati anzi dei colpi di scena importanti, che hanno cambiato la storia in modi che mai mi sarei aspettata di leggere!!

Come dicevo prima, le vicende raccontate in questo libro mi hanno suscitato soprattutto una profonda tristezza, oltre che angoscia. Quest’ultima è una sensazione tipica dei thriller psicologici ma in questo caso l’autrice si è rivelata particolarmente abile, perché ad un certo punto mi sembrava di vivere le stesse emozioni della protagonista: tutto sembrava confuso, completamente folle, pericoloso, incombente, oscuro. Sicuramente l’ambientazione nello Spreewald contribuisce a creare la giusta, cupa atmosfera (quanto posso amare i thriller tedeschi ambientati proprio in Germania e le loro leggende popolari??). Non voglio dire di più per non rischiare di rivelarvi qualche dettaglio importante, ma l’angoscia ben si intreccia in questa triste vicenda, rendendo il libro uno dei più malinconici che abbia mai letto.

Se amate i thriller psicologici tedeschi e non vi lasciate scoraggiare da inizi lenti e un po’ confusionari, vi consiglio questo libro: non rimarrete delusi!

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