Recensione – “Phobia”, Wulf Dorn

Phobia, Wulf Dorn

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Trama:

Londra, una fredda notte di dicembre nell’elegante quartiere di Forest Hill. L’automobile del marito nel vialetto di casa. La chiave nella toppa. I passi che risuonano in corridoio. Rumori familiari per Sarah Bridgewater. Ma l’uomo che trova in cucina non è Stephen. Eppure indossa gli abiti di Stephen, ha la sua valigia, ed è arrivato fin lì con l’auto di Stephen. Sostiene di essere Stephen, e conosce particolari della loro vita che solo il marito di Sarah può conoscere. Per Sarah e per Harvey, il figlio di sei anni, incomincia un incubo atroce, anche perché lo sconosciuto scompare così come era apparso e nessuno, tantomeno la polizia, crede alla sua esistenza. Sola e disperata, Sarah si rivolge all’unica persona che, forse, può aiutarla: l’amico d’infanzia Mark Behrendt, psichiatra abituato a esplorare gli abissi dell’animo umano. Insieme, Mark e Sarah inizieranno a indagare, mentre il misterioso sconosciuto è sempre un passo avanti a loro e sembra divertirsi a tormentarli, a lasciare piccoli indizi e poi scomparire. Chi è? Che cosa vuole da Sarah? La risposta va trovata in fretta, perché forse per salvare Stephen è già troppo tardi…

Anno di pubblicazione: 2013 (2014 in Italia)

Genere: Thriller psicologico

Casa editrice: TEA

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Recensione:

Visto che La psichiatra (qui la mia recensione) mi era piaciuto molto, ho deciso di leggere altri libri di Dorn, cominciando da questo: infatti, ciò che mi aveva colpito oltre alla trama in sé era anche la presenza di Mark, già protagonista de La psichiatra. Anche questo romanzo mi è piaciuto molto, ma non quanto La Psichiatra.

L’incipit della storia è assolutamente convincente e inquietante al punto giusto: notte, dicembre, un quartiere elegante di Londra, vento, madre e figlio a casa da soli. Quando poi Sarah, la protagonista, sente al piano di sotto i rumori familiari di suo marito Stephen che rientra a casa, subito si stupisce: il marito è partito solo nel pomeriggio per un viaggio di lavoro, e non può essere già di ritorno. La realtà a cui Sarah si trova davanti la paralizza dal terrore: l’uomo non è Stephen, ma si comporta come lui, è vestito come lui, finge di essere lui in tutto e per tutto. Inoltre Sarah è colpita dalle cicatrici che gli ricoprono il volto, che rendono la scena ancora più agghiacciante. Quando poi Sarah chiama aiuto, l’uomo sembra scomparire nel nulla, e nemmeno la polizia riesce a rintracciarlo, o meglio: la polizia non crede nemmeno che Sarah abbia davvero incontrato quest’uomo. Sarah si rivolge allora a Mark, che potrebbe aiutarla a capire l’uomo misterioso dal punto di vista psicologico. La vicenda prosegue poi seguendo parallelamente le indagini di Sarah e Mark e la vita dell’uomo misterioso, che sembra riuscire a prevedere sempre il prossimo passo dei due protagonisti.

Nel finale ci sono risvolti sorprendenti, mentre altre cose sono invece più facili da intuire, e questo forse mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca, come se mi aspettassi di più da uno scrittore come Dorn, ma non per questo non ho apprezzato la storia. Davvero interessante è però l’aspetto psicologico della storia, come sempre quando si tratta di questo genere di thriller, e il fatto che ci sia uno psichiatra a spiegare le implicazioni mediche rende il tutto ancora più affascinante. Inoltre nel romanzo anche Mark ha i suoi demoni da affrontare, eventi che hanno sconvolto la sua vita e da cui non riesce ancora a riprendersi, e questa storia nella storia mi è piaciuta talmente tanto che non vedo l’ora che l’autore la sviluppi ulteriormente. Anche Sarah come protagonista è a mio parere molto valida: nonostante le fobie che l’attanagliano da tempo, riesce a mettere da parte le sue paure per cercare di rimettere insieme la sua famiglia, ritrovare Stephen e tranquillizzare il figlio Harvey.

Inutile dire che la location è fantastica: Londra e i suoi quartieri, uno diverso dall’altro, e sullo sfondo i Millennium Mills, inquietanti e perfetti per la storia.

Consiglio Phobia agli amanti del genere e del mondo della psicologia/psichiatria.

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