Recensione – “La diga – Blackwater II”, Michael McDowell

La diga – Blackwater II, Michael McDowell

Trama:

1922. Mentre Perdido si sta riprendendo dalla devastante inondazione, la costruzione di una diga è l’unico baluardo possibile contro la furia dell’acqua. Ma il cantiere riversa sulla cittadina il suo carico di imprevisti: la rivolta degli operai, il capriccio delle correnti, il mistero di alcune sparizioni. La matriarca Mary-Love si scontra con Elinor, ora parte della famiglia Caskey. Macchinazioni, alleanze innaturali, sacrifici: a Perdido, i mutamenti saranno profondi, le conseguenze irreversibili. La lotta è appena cominciata.

Anno di pubblicazione: 1983 (2023 in Italia)

Genere: Gothic Horror

Casa editrice: Neri Pozza

Serie: Blackwater #2

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Recensione:

ATTENZIONE – POSSIBILI SPOILER per chi non ha letto il PRIMO VOLUME!

Come vi avevo detto alla fine della recensione de La piena, il primo volume della saga di Blackwater, ho subito iniziato il secondo libro, La diga. Infatti, La piena era finito con un cliffhanger così particolare e inaspettato che non potevo interrompere la storia, dovevo assolutamente continuare!

La diga riprende da dove avevamo lasciato la famiglia Caskey. Elinor e Oscar si sono finalmente trasferiti nella casa regalata loro come dono di nozze da parte di Mary-Love, la quale però non ha assolutamente gradito la decisione del figlio e della nuora, che pur di trasferirsi hanno lasciato la loro primogenita, Miriam, alle cure di Mary-Love e sua figlia Sister. Se finora lo scontro tra Elinor e la matriarca della famiglia Caskey si era svolto in modo più sottile, quasi latente, ora tra le due è scontro aperto e Mary-Love non perde occasione di contrariare la nuora, anche se per farlo è costretta ad andare contro il suo amato figlio.

Proprio per questo motivo quando iniziano i lavori per costruire la diga che proteggerà Perdido da nuove eventuali esondazioni dei fiumi Perdido e Blackwater Mary-Love, sapendo che Elinor è assolutamente contraria a questa decisione, ne sostiene la costruzione e ospita in casa sua persino l’ingegnere che progetterà la diga, solo per fare un dispetto alla nuora, che però dall’altra parte non ha intenzione di cedere così facilmente. Se però Mary-Love è più impulsiva che calcolatrice, al punto da mettere anche Miriam contro i suoi stessi genitori, Elinor ha dalla sua il fatto di essere molto più scaltra e ciò la rende anche molto più pericolosa.

Così come era successo con il primo libro, anche qui la storia è molto scorrevole e si alternano momenti tranquilli a quelli invece più inquietanti. Anzi, forse in questo secondo libro ho avuto l’impressione che le scene inquietanti, che vedono sempre coinvolta Elinor, fossero più numerose e intense. Questo aspetto horror della saga si inserisce alla perfezione nella storia e uno degli aspetti che più mi piacciono è sicuramente il fatto che il personaggio di Elinor non si nasconda nemmeno tanto nella sua ambiguità, ma in qualche modo nessuno se ne rende mai davvero conto, come se guardassero ma in realtà non vedessero davvero. Adoro però queste scene horror, anche perché l’autore è bravissimo a creare angoscia letteralmente dal nulla, in un crescendo che termina sempre con un evento spiazzante, inspiegabile, a volte davvero raccapricciante.

La guerra aperta tra Elinor e Mary-Love è uno degli elementi centrali della storia, in cui le donne hanno un ruolo certamente primario rispetto agli uomini: se le prime sono descritte come forti, determinate, a volte senza scrupoli, sono quelle che detengono il potere, mentre gli uomini risultano più passivi, piatti, remissivi, deboli. Oltre a Elinor e Mary-Love, in questo libro emergono molto anche Sister, che vivrà un grande cambiamento (però lasciamo stare le galline, Sister… per favore!) e Queenie, la cognata di James Caskey. Queenie è un nuovo personaggio che si inserisce sulla scena della famiglia Caskey e che si impara ad apprezzare pian piano; forse, il suo personaggio è quello che più fa riflettere.

Sullo sfondo dell’America degli anni ’20, la storia della famiglia Caskey prosegue quindi tra colpi di scena, sacrifici, strane scomparse, riti inquietanti e… un finale di nuovo ad effetto!!

Non posso che consigliarvi nuovamente questo libro, La diga, e la saga di Blackwater se vi piace il genere… non ve ne pentirete!

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