Recensione – “Pioggia – Blackwater VI”, Michael McDowell

Pioggia – Blackwater VI, Michael McDowell

Trama:

1958. Gli anni passano, tra ricevimenti fastosi, unioni insolite e rivelazioni travolgenti, ma non portano quiete per i membri della famiglia Caskey. Dopo l’età dell’oro, ritornano giorni foschi. Qualcosa di terribile incombe su Perdido, i suoi abitanti e i suoi fiumi. Il tempo delle profezie è ormai giunto.

Anno di pubblicazione: 1983 (2023 in Italia)

Genere: Gothic Horror

Casa editrice: Neri Pozza

Serie: Blackwater #6

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Recensione:

ATTENZIONE – POSSIBILI SPOILER per chi non ha letto i VOLUMI PRECEDENTI!

E così finisce un’altra saga, ed è davvero a malincuore che saluto questa storia che mi ha tenuta compagnia durante la maggior parte dell’estate. Pioggia è l’ultimo volume della saga gothic horror Blackwater, che vede protagoniste le vicende della famiglia Caskey, una famiglia decisamente particolare ma a cui non si può non affezionarsi durante gli anni.

Testimoni di una continua e fortunata crescita economica di Perdido che vede i Caskey coinvolti in prima persona, a distanza di anni e anni la città sembra nuovamente sprofondare in un incubo, portato dai due fiumi che gli abitanti di Perdido sembrano aver quasi del tutto dimenticato dietro gli argini. I Caskey sono sempre il punto di riferimento della città, ma la gente inizia a notare qualcosa di strano che ruota attorno a questa famiglia: ci sono diverse cose che non tornano e i pettegolezzi non fanno che aumentare. Elinor, Oscar, Queenie, Miriam e tutti gli altri si ritroveranno non solo a cercare di capire come assicurare un futuro benestante alla famiglia, ma anche ad affrontare fantasmi del passato che bussano alla porta: non sarà facile tenere insieme le redini di questa strana, particolare, misteriosa famiglia.

Il mood di quest’ultimo libro è proprio tetro, cupo, triste: è chiaro che siamo ormai alla fine della storia ed è tempo di dire addio. Mi aspettavo, come ho scritto nella recensione del quinto libro La fortuna (qui la recensione), che Pioggia sarebbe stato un gran finale e sarò sincera nel dire che ha soddisfatto le mie aspettative. Alcuni aspetti di questo capitolo finale sono stati per me prevedibili, ma in qualche modo non scontati: era ciò che mi aspettavo accadesse ed era anche ciò che avesse più senso potesse accadere, considerando tutta la storia nei vari libri. Altri aspetti, invece, legati ad alcune dinamiche e ad alcuni personaggi, mi hanno completamente stupita.

Sicuramente, la protagonista principale di Pioggia (e non poteva che essere così) è Elinor. In realtà, Elinor è la grande protagonista di tutta la saga, ma qui lo è in modo particolare e non vi posso dire molto di più, perché rischierei di spoilerare troppo: lei è però uno di quei personaggi che mi ha colto alla sprovvista, soprattutto in alcune parti di questo finale. Nonostante non sempre abbia condiviso il suo modo di affrontare determinati eventi, qui mi è piaciuta molto nelle scelte compiute. Un altro personaggio che mi è piaciuto molto è stato, incredibile a dirsi, Billy: se inizialmente di lui non mi fidavo, in questo libro sono riuscita a comprenderlo meglio e si è rivelato un personaggio in qualche modo positivo, molto intelligente e brillante.

Inutile dire che mi mancheranno tutti i Caskey, dal più simpatico al più odioso, dal primo all’ultimo… Persino Miriam, che con il senno di poi è stata forse quella più funzionale, intraprendente e risoluta della famiglia. Dopo Elinor, questo è bene dirlo!

Una menzione di nota la merita sicuramente in questo libro l’aspetto horror che abbiamo ritrovato lungo tutta la saga: se nel libro precedente questo lato era quasi assente, qui di sicuro non se ne sente la mancanza (promemoria: se senti rumori, non andare a controllare; se senti voci che ti chiamano, fai finta di niente).

Posso infine dirvi una cosa: se vi aspettate che in Pioggia ci siano le risposte a tutte le vostre domande, le vostre curiosità, i vostri dubbi sull’intera storia, allora non è il finale che fa per voi. Anche questo aspetto mi ha sorpresa, perché di solito non amo particolarmente i finali un po’ più aperti, in cui entra in gioco anche l’interpretazione personale del lettore: arrivo alla fine del libro e devo sapere per bene tutto! Qui, invece, la cosa non mi ha in alcun modo infastidito: l’intera saga è giocata un po’ sulla tecnica del volutamente vago per quanto riguarda alcuni argomenti e il finale è stato assolutamente in linea con quanto avvenuto prima, quindi ho apprezzato la coerenza all’interno della storia.

Per concludere, vi consiglio questa saga:

è stata per me una lettura completamente diversa da quelle a cui sono abituata, ma una bella avventura. Personalmente, ho amato molto anche l’ambientazione americana della prima metà del Novecento, con tutti i risvolti storici del caso.

Se quindi vi piace l’ambientazione, vi incuriosiscono le saghe familiari e il genere horror vi appassiona, non perdete altro tempo: correte a leggere la saga Blackwater!

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