Recensione – “Verity”, Colleen Hoover

Verity, Colleen Hoover

Trama:

Lowen Ashleigh è una scrittrice sull’orlo della bancarotta quando riceve l’offerta di lavoro della vita: Jeremy, il marito dell’autrice bestseller Verity Crawford, la vuole assumere perché completi la serie crime di successo della moglie, costretta a letto, in coma, dopo un terribile incidente d’auto. Lowen accetta e si trasferisce nella casa dei Crawford, pronta a fare ordine tra gli appunti e le bozze di Verity, nella speranza di trovare materiale sufficiente per cominciare a scrivere. Quello però che non si aspetta di scovare, in quell’ufficio disordinato, è un’autobiografia non conclusa che l’autrice ha nascosto, da cui, pagina dopo pagina, emergono agghiaccianti rivelazioni, come il racconto della notte che ha cambiato per sempre le sorti di quella famiglia. Lowen decide di mantenere Jeremy all’oscuro del manoscritto, sapendo che quello che contiene potrebbe ferirlo. Ma quando i sentimenti per lui cominciano a farsi più forti, si rende conto che le cose potrebbero essere diverse se lui leggesse quelle parole. Dopotutto, non importa quanto Jeremy sia devoto alla moglie, una verità così terribile può solo rendergli impossibile continuare ad amarla…

Anno di pubblicazione: 2018 (2023 in Italia)

Titolo originale: Verity

Genere: Thriller

Casa editrice: Sperling & Kupfer

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Recensione:

Se avete letto altri libri di Colleen Hoover, dimenticateli: questo è tutt’altra cosa.

Potremmo definire Verity una sorta di romance thriller, perché è vero che si tratta di un thriller, genere in cui l’autrice desiderava cimentarsi, ma è presente anche tanto romance e decisamente spinto.

Se quindi sapete che non vi piace questo genere di thriller, lasciate perdere: Verity non è il libro che fa per voi.

Potreste però perdervi un romanzo nel complesso ben riuscito, in cui l’atmosfera angosciante, cupa, inquietante e ricca di suspence tipica dei thriller è ben presente nella storia; potreste perdervi un romanzo in cui “tossicità” è la parola chiave, in cui si parla di personalità molto disturbate.

Ecco cosa è Verity e perché vale la pena leggerlo.

Lowen è una scrittrice in bancarotta e con un notifica di sfratto da casa sua, quando riceve un’imperdibile proposta: Jeremy, il marito della famosa Verity Crawford, autrice bestseller, vuole assumerla perché finisca sotto pseudonimo i libri di sua moglie, costretta a letto dopo un grave incidente stradale. Lowen accetta il lavoro e si trasferisce dai Crawford per poter avere accesso allo studio di Verity, nel quale spera di trovare materiale utile per poter continuare la serie; ciò che trova va però oltre ogni sua immaginazione, un’autobiografia di Verity che apre scenari inquietanti sui trascorsi della famiglia Crawford. Jeremy sembra essere all’oscuro dei terribili segreti di Verity e si mostra un padre e un marito amorevole e protettivo, nonostante le tragedie che hanno colpito la sua famiglia. Man mano che procede con la lettura, però, Lowen si chiede se non sia il caso di condividere con Jeremy ciò che lei ha scoperto dal manoscritto di Verity, anche e soprattutto perché tra lei e Jeremy si è creata fin da subito un’intesa che va oltre il semplice rapporto di lavoro…

Non so che cosa mi aspettassi quando ho letto la trama di questo libro, ma posso dire che la lettura è risultata molto scorrevole, coinvolgente, angosciante e mi ha sorpresa.

L’autrice riesce a creare un’atmosfera davvero inquietante fin da subito: l’incipit è d’impatto e lascia presagire fin da subito il tono della lettura. Anche l’ambientazione gioca un ruolo importante: casa Crawford è tanto enorme quanto misteriosa e al suo interno accadono cose strane; rumori sinistri, persone che si comportano in modo ambiguo, bambini con atteggiamenti imprevedibili ed inspiegabili, risvegli inquietanti… Sicuramente, la suggestione è alimentata anche dalle terribili vicende che Verity narra nella sua autobiografia, manoscritto che destabilizza il già precario equilibrio di Lowen: è in questi momenti che emerge maggiormente l’aspetto psicologico della storia. Devo anche dire che in alcuni punti ciò che viene narrato non è di facile lettura; alcune scene sono crudeli, fredde, descritte in modo distaccato, ma che non possono che invece sconcertare il lettore.

Verity è quindi un thriller sicuramente ben costruito, ricco di dettagli raccapriccianti e di colpi di scena, alcuni più prevedibili altri invece davvero inaspettati; quando ci si aspetta che la storia stia per finire, ecco che invece prende una nuova piega, che diventa sempre più folle.

L’aspetto thriller del romanzo è ciò che ho più apprezzato della storia, mentre forse avrei preferito leggere meno “romance”, meno scene esplicite in un romanzo come questo, anche se si inseriscono in un contesto ben preciso di relazioni in qualche modo tossiche.

Non posso che consigliarvi di leggere Verity se cercate un thriller psicologico forte (quando si parla di bambini non è mai facile), dove i protagonisti sono un manoscritto inquietante, una scrittrice sonnambula che non ha più niente da perdere, una famiglia colpita da numerose tragedie, bambini che si comportano in modo ambiguo, case enormi e sinistre, relazioni tossiche, segreti e verità nascoste.


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